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stefano@solegemello.net

Ringrazio STRADAPERTA e RENATO BARTOLINI per aver messo a disposizione questi articoli
per maggiori informazioni visitare il sito STRADAPERTA e lo speciale sui Festival di Villa Borghese e Villa Pamphilj 1974

 


Paese Sera - Sabato, 22 Giugno 1974 - Edizione del Mattino

A Villa Borghese e oggi anche al contro-festival della Magliana

Doppia razione di pop
Ventimila ragazzi nella « valle del Graziano » ad ascoltare, tra gli altri, Antonello Venditti, Francesco De Gregori e il pianista Vince Tempera - Sorrenti per la contestazione

di PIETRO MONDINI

DOPPIA RAZIONE POP, oggi, a Roma: una a Villa Borghese, per le migliaia di giovani e ragazze che già ieri, fino a tarda notte, hanno bivaccato nel parco a due passi da via Veneto; una alla Magliana per « gli incazzati », come si legge nei volantini fatti distribuire da « Stampa Alternativa ».
La contrapposizione, ovviamente, non giova a nessuno, soprattutto ai ragazzi perché il buonsenso, che anche in questi casi è il migliore consigliere, avrebbe dovuto suggerire una diversa soluzione: una volta a Villa Borghese; una volta alla Magliana, in modo da offrire ai ragazzi romani due manifestazioni pop gratuite com'è, del resto, nella generalità delle richieste.
Polemiche da tempo incancrenite hanno Invece portato all'odierna assurda situazione che ci auguriamo possa al più presto essere sbloccata nell'interesse di decine di migliaia di appassionati della musica pop che, stranamente, a Villa Borghese, è stata denominata rock.
L'etichetta non conta, perché stando a questa, anche il liquido sbarcato ad Anzio avrebbe dovuto essere vino anziché quello che i giornali, in questi giorni, hanno rivelato. Diciamo questo perché di rock, a Villa Borghese, ne abbiamo ascoltato ben poco.
Si è trattato del solito concerto, condito con variopinte e istrioniche luci (fornite dal «Rovescio della Medaglia»), offerto da complessi talvolta sconosciuti ai più, come i romani « Libro di gomma » e « Faccia nascosta della luna », i romagnoli « Le meteore » (di Faenza) e « La bella » (di Forlì). Interessante la formazione romana stranamente denominata « Crash », una formazione di giovanissimi.
Quanto ai nomi, non c'è da stupirsi. Ormai, data la proliferazione poppistica, non si sa più cosa inventare; forse per questo, sono nati il « Biglietto per l'inferno » e « L'albero motore ». Meno strampalato il « Volo», Il complesso che, oltre a un'ottima porzione della « Formula uno », ha reclutato anche Vince Tempera, l'estroso pianista pop che al recentissimo « Disco per l'estate » ha diretto l'orchestra in un paio di esecuzioni.
Tra i solisti, due nomi che vanno per la maggiore: Francesco De Gregori e Antonello Venditti.
De Gregori ha attinto al suo più recente repertorio, mentre Venditti (recentemente condannato dal Tribunale di Roma per il suo « Cristo ») ha proposto due novità assolute: « Marta » e « Lo stambecco ferito».
Il cantautore romano, ha oltretutto « bagnato» la recente laurea in giurisprudenza: alla toga, però, almeno per il momento, non pensa. Oggi, presentati sempre da Eddy Ponti, un altro cantautore, Bennato, l'atteso Philips, e una decina di complessi, tra cui i « Jumbo », caratterizzeranno la seconda e ultima giornata di quel festival che sarà ricordato soprattutto per il suo ritardo: oltre 24 ore sulla tabella di marcia.
Alla Magliana, il concerto comincerà alle ore 19 e anche qui sarà gratuito. Oltre al supergruppo francese « Trium Delirium », si esibirà il cantautore napoletano Alan Sorrenti. « Aderisco - ha detto Sorrenti - per dare spazio a una ricerca totalmente alternativa di formule di vita e di lotta ».
Peccato che quelli che andranno a Villa Borghese non lo possano ascoltare: Alan è un grosso personaggio del mondo pop.



Paese Sera - Domenica, 23 Giugno 1974 - Edizione del Mattino

Contrappunto in pop
E' tornato il silenzio su Villa Borghese, dopo due giorni di frenetiche musiche - Un finale in crescendo con Shawn Phillips e Edoardo Bennato - Partecipazione popolare all'altro concerto pop della Magliana

Villa Borghese

di PIETRO MONDINI

E anche il quarto festival pop si è concluso. A Villa Borghese, dopo due giorni di frenetiche musiche, è ritornato il silenzio. Unica testimonianza di tanto fracasso le migliaia di barattoli vuoti di bibite abbandonate assieme a cartacce e involucri di cellofan che in una città saggiamente amministrata già sarebbero spariti ma che qui, nella capitale, continueranno a fare la felicità delle centinaia di cani che, ogni giorno, sono sguinzagliati per la salutare, liberatrice passeggiata.
Barattoli e cani a parte, la quarta edizione del festival di Massimo Bernardi, svoltosi all'insegna della musica rock (così per dire) ha offerto alcuni pregevoli pezzi, soprattutto nel finale allorché, dopo la contestata esibizione di Mauro Pelosi, si sono presentati Edoardo Bennato e Shawn Phillips. Diciamo subito, prima di parlare dei « big », che Mauro Pelosi, cantante di piacevole e raffinato ascolto in amichevoli salotti e ovattati teatri e, ovviamente, in religiose discoteche, non è il ragazzo da mandare allo sbaraglio in un festival pop, soprattutto quando questi è all'insegna del rock: di rock, Mauro Pelosi, ha forse, soltanto. il nervoso ritmo del piede sinistro.
E ora, Bennato e Phillips. Bennato, l'istrionico cantante che radio e Juke-box hanno ampiamente reclamizzato, ha confermato la propria maturità artistica e uno stile che, oltre a confermare un'inconfondibile personalità, entra piacevolmente nell'orecchio cosi come il vino d'annata accarezza il palato.
Di Shawn Phillips, ci sarebbe da scrivere un romanzo: ce la caviamo, provvisoriamente (perché ne riparleremo) dicendo che l'estroso e smilzo inglese è un grosso artista, uno che pizzica le corde della mastodontica chitarra a doppia corsia, riandando col pensiero alle scolastiche reminiscenze filosofiche. Phillips, da quando ha piantato le tende a Positano, è un « arrabbiato romantico »: un tipo che trascura i dollari (lo dice lui) per il gusto di offrire « un tipo di musica - sono parole sue - che sintetizzi rock, folk, " protestantismo " e tutto ciò che non è tipicamente classico e tradizionale ».
Del livello artistico dei complessi e dei solisti ci sarebbe da dire parecchio, ma lo spazio, in questa sede, ce lo vieta. Ci ritorneremo. comunque. Non possiamo, però, non ricordare l'ottima esibizione del giovane pianista Riccardo Giovannini.
Per finire, un'informazione: dall' 11 al 15 settembre si svolgerà a Villa Pamphili l'ormai tradizionale festival con propaggini folk e jazz.

Magliana

di CARLO RIVOLTA

La Magliana non è un quartiere, è una maledizione, scrivevamo più di un anno fa su Paese Sera. Ieri sera il contro-festival di piazza Vico Pisano ha ridato a quella « maledizione» una dimensione umana. II concerto, organizzato dal comitato di quartiere e da Stampa Alternativa ha assunto quasi subito la caratteristica della festa popolare
II confronto con Villa Borghese insomma non c'è stato. C'erano gruppi e cantanti che facevano la stessa musica, ma il pubblico, lo scenario, lo spirito era diverso. Piazza Vico Pisano è uno stretto corridoio fra due lunghe file di palazzi dormitorio soffocante, disumano. In questo scenario, che è la fotografia di una Roma sbagliata, c'era un piccolo palco su cui, davanti a un pubblico composto da giovani, donne, vecchi, lavoratori, e tanti bambini si sono susseguiti i « numeri » dello spettacolo.
Il compito di aprire è toccato a Francesco De Gregori e Antonello Venditti. Il primo venerdì aveva disertato il prato verde di villa Borghese, ieri ha spiegato che suonare alla Magliana, in un quartiere popolare, fra la gente che ogni giorno è costretta a combattere i mille problemi di un vero e proprio ghetto in cui imperversano la malaria e l'epatite ha ridato alla sua musica una dimensione non asettica, non neutrale. Il secondo che nell'intervento che ha preceduto il suo numero ha rivendicato quella libertà di artista che lo ha spinto a esibirsi anche a Villa Borghese, è stato applaudito freneticamente quando ha suonato uno dei suoi successi popolari, « Roma capoccia ». Poi è toccato all'altro « pezzo forte », Alan Sorrenti, anche lui in polemica con la manifestazione « ufficiale ». Il « clou » è stato però rappresentato dal « Trium Delirium », venti ragazzi francesi arrivati a bordo di tre pulmini con donne e bambini. « In Francia hanno spiegato - viviamo tutti in una comune, qualcuno gira suonando, altri coltivano la terra». Da Roma andranno verso est per fare il giro del mondo. Alla manifestazione aveva aderito anche Edoardo Bennato.
Il «contro-festival», che ha suscitato un dibattito molto serrato sulla musica fra gli stessi artisti che si sono esibiti, si è concluso a tarda notte. Fino alla fine piccoli e grandi hanno vissuto una serata nuova, diversa, che forse ha rappresentato una occasione unica per riportare la musica a contatto con i problemi reali di chi l'ascoltava.








Il Messaggero - Domenica, 23 Giugno 1974

Tra Villa Borghese e Magliana
Diviso in due il mondo del rock

di FABRIZIO ZAMPA

Per la prima volta in Italia si è aperta una profonda spaccatura nel mondo solitamente monolitico della musica pop e rock. Questa spaccatura non è tanto il risultato di una mutata coscienza degli artisti quanto, soprattutto, di una situazione di forza dei movimenti alternativi, conclusione di una lunga stagione di contestazioni ai concerti consumisti e di una vasta campagna di contro-informazione: così l'agenzia Stampa Alternativa e il Comitato di quartiere della Magliana hanno commentato il « sabato pop » di ieri, che ha visto contrapporsi al Festival della Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze di villa Borghese un «contro-concerto» anch'esso gratuito organizzato alla Magliana e al quale hanno partecipato il gruppo francese dei Crium Delirium, Alan Sorrenti, Antonello Venditti, Edoardo Bennato e Francesco De Gregori. Quest'ultimo cantautore doveva esibirsi a villa Borghese, ma ha disertato il festival accusandolo di essere « una mistificazione sotto alla quale c'è l'industria del rock italiano nei suoi lati peggiori » e si è unito agli artisti del « contro-concerto », organizzato dal Comitato di quartiere non tanto perché alla Magliana ci sia bisogno di pop music (le necessità del quartiere-ghetto frutto di una colossale speculazione edilizia sono ben altre, ma per attirare l'attenzione del pubblico sui problemi della borgata romana.

Insomma la Roma del pop si è divisa in due: da un lato, a villa Borghese, i non impegnati, quelli cioè ai quali andava bene sdraiarsi su un prato per otto ore a sentire musica e mangiare panini senza crearsi troppi problemi; dall'altro, alla Magliana, accanto a centinaia di giovani e meno giovani abitanti del quartiere. quella parte di pubblico più politicizzato che ha fatto una scelta alternativa e ha preferito una musica abbastanza simile a quella di villa Borghese, ma suonata da musicisti che « per la prima volta si sono ribellati ai ricatti delle case discografiche e hanno operato scelte politiche precise ». Quello che va sottolineato, al di là di qualsiasi presa di posizione, è che parlare delle due manifestazioni in termini di « concorrenza » sarebbe sbagliato: quello di villa Borghese e quello della Magliana erano e sono due mondi diversi.

Il primo è il mondo della pop-music commerciale, legato per la sua stessa natura all' industria discografica e automaticamente portato a un certo tipo di discorso e comportamento; il secondo è quello del rock alternativo, svincolato da compromessi commerciali (entro certi limiti: Sorrenti, Venditti, De Gregori e Bennato hanno tutti il loro contratto discografico e sui dischi che incidono prendono regolari percentuali mentre solo i francesi Crium Delirium sono al di fuori della mischia e hanno lasciato i gruppi ai quali appartenevano, cioè i Magma e i Gong, non appena queste formazioni hanno cominciato a entrare nei normali circuiti commerciali).
A villa Borghese, dopo due giorni di concerti, la rassegna si è conclusa con un grossa successo di pubblico anche se ben pochi dei musicisti presenti hanno tenuto fede allo slogan « avanguardia e nuove tendenze ».

La seconda giornata ha visto in scena alcuni gruppi debuttanti, fra i quali si sono fatti notare il Fungo (formazione con tre fiati dal sound abbastanza interessante) e la Stradaperta, e altri nomi già noti: il Perigeo, Quella Vecchia Locanda, l'Albero Motore, Mauro Pelosi, gli Ibis e a conclusione, l'americano Shawn Phillips, cantautore e chitarrista assai abile e di ottimo livello che gli appassionati di rock conoscono bene.
Del « contro-concerto » della Magliana è inutile un commento più o meno « critico »: il significato della manifestazione era soprattutto politico e polemico, e non per niente in occasione del concerto la maggiore attività è stata la raccolta di firme per gli otto referendum abrogativi delle leggi fasciste promossi dal partito radicale, e per il progetto studiato dal Comitato di quartiere della borgata, cioè un piano globale di risanamento dell'intero quartiere tramite lo strumento dell'esproprio degli immobili ai proprietari », che verrà presentato fra poco al comune di Roma.




Il Messaggero - Giovedì, 20 Giugno 1974


Il 4° Festival d'avanguardia e nuove tendenze
Da oggi a Villa Borghese rock gratis per ventimila

di FABRIZIO ZAMPA

Un migliaio di ragazzi, che un tempo, quando queste cose facevano colore, sarebbero stati chiamati hippies, sono già arrivati da un paio di giorni a villa Borghese e si sono piazzati nella valle del Graziano con tende e sacchi a pelo per assicurarsi un posto di prima fila al quarto Festival della Musica d'Avanguardia e Nuove Tendenze che comincia oggi pomeriggio.
Sono venuti un po' da tutt' Italia, aumentano di ora in ora e sono gli stessi che, da anni, seguono con una assiduità che rasenta il masochismo tutti i pop-festival che si fanno dall'Alto Adige alla Sicilia. Nella valle del Graziano, meglio nota come la valle dei cani, a un tiro di schioppo dalle prime gabbie del giardino zoologico, si sono accampati in ordine sparso. Se avessero creato una vera e propria tendopoli (ma succederà fra oggi e domani) probabilmente li avrebbero fatti sloggiare, perché a villa Borghese è vietato il campeggio. Così si sono dispersi, o meglio infrattati, chi dietro un cespuglio, chi all'ombra del palcoscenico, chi sotto ai gruppi di allori o alle querce che spuntano qua e là nella valle.

Da oggi fino a sabato notte la valle dei cani risuonerà di rock, di folk e di altra musica. C'è un palco largo 30 metri, ci sono tre torri per i riflettori e un impianto d'amplificazione a 32 canali che indubbiamente turberà il sonno di leoni, tapiri e scimpanzè, c'è una serie di baracchini che venderanno bibite e panini alle migliaia e migliaia di spettatori che potranno assistere al festival gratuitamente. I baracchini, visto che a questo pop-festival per la prima volta mancheranno cancelli, recinti e biglietterie, costituiscono l'unica speranza per l' organizzatore Massimo Bernardi di recuperare i quattrini finora investiti nella rassegna. Per offrire il suo festival a una platea la più vasta possibile (si potrebbero facilmente superare le 20 mila presenze al giorno) e per eliminare i rischi di polemiche sul prezzo dei biglietti. Bernardi ha rinunciato a far pagare il pubblico.
Le formazioni che quasi nessuno conosce sono una dozzina, non troppe per non restringere il tempo a disposizione di ciascuno, e verranno affiancate ogni giorno da gruppi più noti, ai quali però è stato tassativamente chiesto di presentarsi con un repertorio diverso dal normale, insomma nuovo, dal momento che lo slogan del festival è appunto avanguardia e nuove tendenze.

Fu Bernardi a scoprire, nella memorabile prima edizione che si svolse a Viareggio nel '71, gente come Mia Martini, gli Osanna o la Premiata Forneria Marconi, e negli anni seguenti il Banco del Mutuo Soccorso e altri grossi nomi del nostro rock. Quest'anno tenterà per la quarta volta di raggiungere il suo obiettivo nelle tre serate (o meglio, giornate: si comincia alle 16 e si va avanti fino a dopo mezzanotte) della manifestazione.

Oggi, insieme ai nomi già celebri di Antonello Venditti, della Nuova Compagnia di Canto Popolare e del gruppo Quella Vecchia Locanda, si presenteranno al pubblico di villa Borghese (pubblico non pagante, come si è detto, e quindi particolarmente spietato e pronto a contestare qualsiasi cosa non gli vada a genio) quattro nuovi gruppi: il Libro di Gomma, il Cerchio, i Crash (nuova formazione di due ex appartenenti al Banco del Mutuo Soccorso) e il cantautore e chitarrista americano Chris Avalon. Domani e dopodomani gli altri debuttanti e i nomi già noti, fra i quali i Jumbo, Francesco De Gregori, il Volo, gli Ibis, il Perigeo e, sabato, l'americano Shawn Phillips.



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Un grazie a Manuela "Mangu" di Roma per la collaborazione alla grafica di pagina.

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