Gli articoli appartengono agli autori, tutti i diritti riservati.


Una rubrica a cura di Marco Re "Rock 63"
scrivi a Marco:
clicca qui!


torna a
"Canzone d'autore"

Scrivi a "Solegemello": sfn12@inwind.it

vai alla parte 2 "Consigli per gli ascolti"


Settembre 2004
di Marco Re "Rock63"

Ritornano gli AMERICAN MUSIC CLUB

A dieci anni di distanza dall'ultimo album SAN FRANCISCO (1994) ritornano a settembre gli American Music Club di Mark Eitzel reduce - quest'ultimo - da dieci anni di carriera solista decisamente poco gratificanti a livello di attenzione di pubblico e di sensibilità da parte del mondo discografico (fuori e dentro da una casa discografica all'altra e sballottato da una indipendente ad un'altra sempre più piccola con ovvii problemi di distribuzione internazionale)a dispetto dell'alta qualità dei suoi dischi (vedi quello dello scorso anno THE UGLY AMERICAN, un disco che non mi stanco di ascoltare e che proprio in questo periodo sto decisamente "rovinando").
Il nuovo album si intitola "LOVE SONGS FOR PATRIOTS" e sarà disponibile il 6 settembre su etichetta (gloriosa e benemerita) Cooking Vinyl.
TRACK LISTING:

Ladies and Gentlemen
Another Morning
Patriot's Heart
Love Is
Job To Do
Only Love Can Set You Free
Mantovani The Mind Reader
Home
Myopic Books
Minstrel Show
Your Horseshoe Wreath Will Bloom
Song Of The Rats Leaving The Sinking Ship
The Devil Needs You

LINER NOTES:

Danny Pearson: Bass & double bass, octave mandolin, guitars, percussion, vocals, handclaps | Mark Eitzel: vocals, guitars, piano, Soylent Green midi-strings, keys, percussion, optigan | Vudi: guitars, piano, organ, lap steel, Yamaha dx100 | Marc Capelle: piano, hammond bc organ, flugelhorn, freeman string symphonizer, chamberlin, mellotron, moog voyager, optigan, clavioline, bass melodica, orchestron, boys choir, handclaps | Tim Mooney: drums, percussion, timpani, keys, tape echoes, filters. knobs | Jason Borger: piano on ÒLadies & GentlemenÓ

Produced by Tim Mooney & Mark Eitzel. Engineered by Tim Mooney at Closer Recording, San Francisco, CA. October 2003 - March 2004


Sempre a proposito di musica americana segnalo che a fine mese/primi di settembre verrà pubblicato finalmente su cd (etichetta Rhino)e per la prima volta il famoso doppio live di una delle band americane più straordinarie degli anni 80: i Talking Heads di David Byrne, Chris Frantz, Tina Weymouth e Jerry Harrison. L'album - l'unico live ufficiale (se la memoria non mi inganna) nella cariera discografica della band - esce in versione remastered ed expanded con addirittura 16 pezzi in più rispetto all'edizione originale del 1983 (si trovava fino a poco tempo fa solo in musicassetta!!).
L'album fotografava due momenti precisi della band e della evoluzione musicale intrapresa tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta: sul primo disco infatti trovavano posto brani di esibizioni live risalenti al periodo 1977-1979 mentre nel secondo disco erano contenute le esibizioni risalenti al tour di "Remain in light" con l'organico allargato a dieci elementi (tra cui la straordinaria vocalist Nona Hendricks).
Una occasione imperdibile per riascoltare la genialità di questa band newyorkese le cui intuizioni seminali sono ancora oggi nelle orecchie di molti attenti ascoltatori di musica. Inoltre le riedizioni della Rhino valgono davvero il risparmio di qualche euro per acquistare il disco che, come sempre, si preannuncia accurato anche nell'apparato iconografico di corredo e per l'alta qualità delle rimasterizzazioni nonchè per la scelta degli extra offerti.

I Talking Heads attivi discograficamente dal 1977 al 1988 hanno creato uno stile musicale unico che - a supporto delle visionarie liriche di Byrne - tendeva a miscelare punk, funk, poliritmie africane, minimalismo delle avanguardie e pop. Tutto il loro catalogo discografico è da anni in serie economica e si può andare a colpo sicuro su qualsiasi titolo ma assolutamente imperdibili rimangono il già citato Remain in lighte Fear of Music , forse i vertici della loro produzione.


Ecco i brani contenuti in questa poderosa riedizione:

NEW FEELING

A CLEAN BREAK (LET'S WORK)

DON'T WORRY ABOUT THE GOVERNMENT

PULLED UP

PSYCHO KILLER

WHO IS IT?

THE BOOK I READ

THE BIG COUNTRY

I'M NOT IN LOVE

THE GIRLS WANT TO BE WITH THE GIRLS

ELECTRICITY (DRUGS)

FOUND A JOB

MIND

ARTISTS ONLY

STAY HUNGRY

AIR

LOVE -> BUILDING ON FIRE

MEMORIES (CAN'T WAIT)

HEAVEN

PSYCHO KILLER

WARNING SIGN

STAY HUNGRY

CITIES

I ZIMBRA

DRUGS (ELECTRICITY)

ONCE IN A LIFETIME

ANIMALS

HOUSES IN MOTION

BORN UNDER THE PUNCHES (THE HEAT GOES ON)

CROSSEYED AND PAINLESS

LIFE DURING WARTIME

TAKE ME TO THE RIVER

THE GREAT CURVE

Sarah Jane Morris, Racconto di un concerto
 di Marco Re Rock63


Sono tornato da poco dal concerto che Sarah Jane Morris ha tenuto questa sera a Reggio Emilia offerto dall'amministrazione comunale nell'ambito delle rassegne estive per tutti coloro he rimangono in città.
Avevo già visto qualche anno fa l'interprete/cantautrice a Modena in occasione del tour promozionale per l'album "Fallen Angel" (1988)uscito per una etichetta discografica italiana (IRMA). Esempio straordinario di cecità assoluta dell'industria discografica: la Morris (che esordì come corista per i communards di Jimi Somerville negli anni ottanta) approdò a un contratto individuale con una major per poi venir cacciata fuori dopo soli due dischi. Da allora (primi anni novanta) la Morris ha trovato nell'Italia una seconda patria poichè grrazie alla IRMA ha pubblicato il bellissimo Blue Valentine, Fallen Angel e il live "I Am a Woman".
Poi in assoluta autoproduzione e con una etichetta propria lo splendido AUGUST (insieme a Marc Ribot) e LOVE AND PAIN.

Per chiudere il cerchio: Sarah jane nell'ultimo bis ha eseguito una cover della splendida "I don't wanna know" di John Martyn (presente su FALLEN ANGEL - 1998) presentandola con accenti polemici contro la politica di Blair e - in seconda istanza - contro la politica americana di Bush e prima di iniziare: "tutti quanti dovremmo ascoltare con più attenzione il testo di questa bellissima canzone di John Martyn".
Ecco il testo (non ha bisogno di commenti anche per chi ha una conoscenza approssimativa dell'inglese):
 
Don't want to know
I don't want to know about evil,
Only want to know about love;
I don't want to know about evil,
Only want to know about love.

Sometimes it gets so hard to listen,
Hard for me to use my eyes.
And all around the gold is glistening,
Making sure it keeps me down to size.

And I don't want to know about evil,
Only want to know about love;
I don't want to know one thing about evil,
Only want to know about love.

I'm waiting for the planes to tumble,
Waiting for the towns to fall.
I'm waiting for the cities to crumble,
Waiting till the sea a grow.

Yes it's getting hard to listen,
Hard for us to use our eyes.
'Cause all around that gold is glistening,
Making sure it keeps us hypnotized.

And I don't want to know about evil,
I only want to know about love;
I don't want to know about evil,
Only want to know about love.

I don't want to know anything about evil,
Only want to know about love;
I don't want to know about evil,
Only want to know about love.
]


Agosto 2004 di Marco Re Rock63

Due grandi anteprime in arrivo a fine agosto nei negozi di dischi:
a otto anni di distanza dal precedente "Peace At Last" esce il 30 agosto per l'etichetta Sanctuary il nuovo attesissimo album dei BLUE NILE, quasi certamente la band meno prolifica dell'intero panorama musicale.
Il nuovo album si intitola HIGH ed è il quarto disco in quasi 21 anni (l'esordio per il gruppo di Paul Buchanan, Paul Moore e Robert Bell è infatti A WALK ACROSS THE ROOFTOPS del 1983. Grande attenzione ottennero con il secondo album, l'acclamatissimo HATS del 1989, disco per cui la critica mondiale letteralmente si sperticò in lodi ed entusiasmi.

Altra grossa novità in arrivo sempre per la Sanctuary (etichetta indipendente ma agguerritissima) esce forse ad agosto (la data ufficiale non è ancora stata definita) il primo album in coppia per David Crosby & Graham Nash ( il 50% di C.S.N.& Y.) a distanza di 28 anni (!!) dal precentde Whistling Down The Wire, appunto del 1976.
Il nuovo album sarà addirittura un doppio cd ed esce in contemporanea con la tournee americana del Crosby Stills & Nash. Doveroso ricordare che stiamo parlando di personaggi che hanno fatto la storia del rock sia nelle esperienze precedenti alla costituzione di CS&N e CSN&Y (Crosby è stato membro fondatore dei Byrds mentre sull'altra riva dell'oceano Nash degli Hollies)sia come solisti che come coppia (Crosby & Nash sono da sempre amici fraterni):a tal riguardo da riascoltare assolutamente "If I Could Only Remember my name" (1971) di David Crosby , "Songs for beginners" (1971)di Graham Nash e insieme il bellissimo "Crosby and Nash" (1972)

 





Maggio 2004

Ascolti e riascolti
di Tulp (forum "solegemello")

Lascio qualche commento su quello che ho ascoltato ultimamente,magari dando dei voti giusto per divertirsi un po'
Tujiko Noriko - From Tokyo To Naiagara(Tomlab,2003):pop minimalista per questa giovane nipponica che fa tutto con sintetizzatori e una voce che definire intrigante è dire poco.Pur avendo sicuramente dei difetti,possiede quello strano fascino da "metropoli giapponese" che ne fa davvero un bel lavoro. voto: 7-

Appleseed Cast - Two Conversations(Tyger Style,2003):dopo gli epocali trip psichedelici dei due "Level Owl" in cui creavano un ponte tra post rock,emo,e musica ambientale alla Boards of Canada,un ritorno con un disco più tradizionale,orientato alle loro vecchie radici emo.Forse,visti i fasti del passato,è un passo indietro:difficile però dirlo con sicurezza,visto che quì dentro ci sono almeno 3 canzoni clamorose,di livello altissimo. voto: 6,5

Broadcast - Haha Sound(Warp,2003):Mi sembrano degli imitatori(a volte anche al limite del plagio) degli Stereolab.Il disco scorre via senza lasciare tracce nel cuore e nella mente.Forse devo riascoltarli meglio,per ora mi dicono poco o nulla. voto: 4,5

Mars Volta - De-loused In The Comatorium(Universal,2003):Annunciato da un hype enorme lo scorso anno,ci propongono un miscuglio di progressive rock,psichedelia e hard rock,il tutto in veste punk(anzi,post-emo per essere precisi);i maggiori pregi,ma anche i più grandi difetti,consistono nel loro "essere spiazzanti".anche in questo caso non sono ancora riuscito a capire se sia un lavoro di valore o una cagata pazzesca.Per ora propendo di più per la seconda. voto:5

Lambchop - Aw C'mon/No you C'mon(Merge,2004):Doppia uscita(parallela) per il gruppo di Kurt Wagner.Forse un po' troppo lungo,ma il loro stile unico lo rende piacevolissimo.Per non parlare della voce:immaginatevi un incrocio tra Scott Walker(o Nick Drake) e Barry White che canta melodie ariose alla Bacharach,con alcuni colpi di genio nei momenti più malinconici. voto:6,5

Rapture - Echoes(Universal,2003):sarò anche un modaiolo trendista,ma a me questo disco piace,e anche tanto,non posso farci niente.Sfacciati fino all'ultimo nel citare i loro maestri,passano senza problemi dal mondo della dance a quello del rock.Nei momenti più introspettivi hanno quel fascino metropolitano alla Lou Reed,alla Robert Smith(Cure) o Tom Verlaine.Nei momenti più movimentati citano i loro padri putativi Public Image e Talking Heads,con un pizzico di house moderna.Forse,una volta tanto,non è stato tutto rumore per nulla. voto: 7

Riascolti:

Van Der Graaf Generator - Pawn Hearts:Fa sempre piacere riascoltarlo,anche se spesso non ha un effetto benevolo sul mio umore.Peter Hammill è uno dei pochi che riesce a mettere d'accordo anche i detrattori del prog.Disco inattaccabile. voto:8

Damien Rice - O:Ogni tanto fa sempre bene riascoltarselo. voto: 7-

Elliott Smith - Either/Or:Un disco piccolissimo,in certi momenti timido e sussurrato,e allo stesso tempo sublime.Se facessero un'enciclopedia del pop,Elliott Smith ci entrerebbe di diritto.
voto: 7

Opeth - Blackwater Park: Uno dei pochi gruppi metal che riesco a sentire.Ma questo non è uno dei "tanti" gruppi metal:quì dentro c'è tanto prog,c'è tanto folk,anche.Certo non riesco(e forse non riuscirò mai) a mandare giù quella voce da lupo mannaro,ma questo gruppo è un fiume in piena in quanto a idee. voto: 6,5

Vasco Rossi - Cosa Succede In Città:quando voglio immergermi in piacevoli ricordi giovanili è automatico per me mettere su questa opera con la O maiuscola.Lasciate perdere la retorica da evento rock,lasciate peredere i tutto esaurito a San Siro:dietro l'immagine,il rewind,e il music business si cela un grande,uno che nei suoi testi parla di vita vera,e l'aver fatto cose come questa negli anni 80 fa sperare che in un futuro forse non troppo remoto torni ad essere quello che era un tempo.(anche se la speranza non è molta ) voto: 7

Cristina Donà - Nido:Goccia è un pezzo che vale un'intera carriera,essendo una delle più belle e memorabili canzoni italiane degli ultimi anni.Per il resto un album con alti e bassi,dove si alternano momenti magici ad altri in cui Cristina cerca ad ogni costo la sperimentazione,ma con una canzone come Goccia le si può perdonare tutto..
 

La riscossa del nord (N.B. niente a che fare con la Lega)
di Marco Re (Forum "solegemello")
 
Forse è solo una mia impressione ma ho la netta sensazione che quest'anno sia iniziato piuttosto male dal punto di vista strettamente musicale: c'è una generalizzata situazione di stasi un pò in tutte le forme di espressione artistica dal cinema alla letteratura alla musica...nulla di particolarmente nuovo od originale che sfugga alla terribile sensazione del già visto o del già sentito....dai mercati anglo americani arrivano ormai sempre le stesse cose e dall'Italia stiamo a scrivere elogi (meritatissimi) sull'ultimo album di Francesco Guccini (a bun diritto il suo "Ritratti" si inserisce già tra i migliori dischi italiani dell'anno) che riesce ancora ad emozionare a trent'anni e più dal suo esordio sui palcoscenici.

Curiosamente dal profondo nord dell'Europa arrivano invece segnali di ricerca sul solco di una tradizione ben consolidata ma che riesce a produrre profonde emozioni: è per questo che mi permetto di segnalarvi due dischi che forse non saranno di immediata e facile reperibilità ma che vale la pena andare a cercare proprio perchè si tratta di due piccoli gioielli. Da tempo non provavo forti emozioni ascoltando un disco come nel caso dei nuovi album di SONDRE LERCHE e di NICOLAI DUNGER.
Sondre Lerche viene dalla Norvegia ed è poco più che un ragazzino. Debutta nel 2000 a 19 anni con un disco che spiazza la critica (Faces Down) e solo poche settimane fa è uscito il nuovo TWO WAY MONOLOGUE che conferma l'enorme talento del nostro biondino cantautore nello scrivere canzoni pop (nel senso migliore del termine)praticamente perfette con un gusto straordinario per le melodie e gli arrangiamenti. I punti di riferimento? Beach Boys, Beatles, i mai troppo a sufficienza elogiati Prefab Sprout, Burt Bacharach ecc.
Nicolai Dunger invece viene dalla Svezia. Non è precisamente un ragazzino avendo alle spalle una promettentissima carriera nel calcio piantato poi in asso per seguire (per nostra fortuna)un'altra sua passione, la musica. Ha già alle spalle parecchi album di cui solo gli ultimi sono usciti dai confini svedesi per raggiungere l'America e l'Europa.
Il suo ultimo HERE'S MY SONG è un assoluto capolavoro: co-prodotto insieme a buona parte dei Mercury Rev (Jonathan Donahue,Grasshopper,Jeff Mercel) nell'arco dei suoi 40 minuti regala emozioni e brividi a non finire. Echi del primo Van Morrison e del migliore Tim Buckley si miscelano agli arrangiamenti in stile tipicamente Mercury Rev (seppur più misurati e con meno barocchismi...d'altra parte l'asciuttezza tipica dei nordici conterà pur qualcosa o no?).




Marzo 2004

di Tulp dal forum "solegemello"

In parallelo alla discussionesu Flavio Giurato, personalità degli anni '80 riscoperta recentemente,in queste settimane ho avuto la fortuna di incappare in altri due "dimenticati",dispersi nei meandri degli anni '90,e con un autentico colpo di coda ripescati dal sottoscritto. I due personaggi in questione sono Matthew Sweet e Vincent Gallo,diversissimi tra loro ma ugualmente degni di tre righe spese sul loro conto.
Matthew Sweet,cantautore di New York,appare sulle scene nel lontano 1984 ad Athens,in Georgia(che se non erro è anche la città natale dei REM),sia in proprio sia con alcuni gruppetti locali con cui scrive pagine dimenticate del folk-rock rurale di quel periodo,anni in cui tutti erano interessati solo alla new wave,al nascente hardcore e ai generi che stavano prendendo piede,lasciando un po' da parte quella tradizione che è propria di Matthew Sweet.Ma è quando si trasferisce a New York che inizia la sua vera storia,dove conosce e collabora con importanti personalità musicali appartenenti al progressive,all'avanguardia e al punk.Il suo talento è tale da farlo persino diventare uno dei membri dei grandissimi Golden Palominos,per poi dedicarsi ai suoi album solisti.Girlfriend è forse il suo lavoro più importante(da quello che ho letto in giro,visto che l'unico che possiedo io è questo),un monumentale concept album incentrato sulla storia del divorzio da sua moglie.Partendo dal pop e dal rock rurale che prende spunto tanto dal country quanto dalle ballate di Neil Young,Sweet è un maestro nell'amalgamare le sue influenze,pur conferendogli sempre il suo tocco personalissimo che rende questo disco unico.Potrei ad esempio citare "Divine Intervention",traccia che apre il disco con i suoi tempi dilatati,che sa di acid rock anni '60 ma aggiornata agli anni '90 e ai "tempi lunghi" di gruppi psichedelici come gli Spacemen 3,"I've been Waiting" con un ritornello che prende a prestito le armonie vocali dei Beach Boys,oppure ancora la traccia che chiude il disco,"Nothing Lasts",acustica e timida,dove si sentono echi di Nick Drake e Tim Buckley.Un disco bellissimo,veramente.
Di Vincent Gallo invece forse avrete sentito parlare in qualità di regista(devo però ancora guardare il suo Buffalo 66),di attore,di produttore,e forse anche di musicista.Un personaggio a 360°,ma pur sempre di nicchia,e questa impressione è confermata dal suo disco When,risalente al 2000,e tra entusiasmi per revivalismi garage e non,post rock,punk e vari,non è stato notato praticamente da nessuno.Ma secondo me Vincent Gallo lo sapeva già dall'inizio che sarebbe andata a finire così.Neanche nei dischi dei Low,nemmeno in quelli di Nick Drake ho mai sentito una roba simile.Pezzi strumentali alternati a pezzi cantati,anzi,più che cantati sembrano sussurrati da una voce flebile,fragile,che sembra nascondersi da qualcosa.Alcuni pezzi strumentali sono solo frammenti chiusi a riccio su sè stessi,che sembrano non voler dare all'ascoltatore nemmeno un indizio di quello che il suo autore vuole dirci("I wrote this song for the girl paris hilton","cracks").Eppure,quasi involontariamente,creano un mood introverso che influenza al 100% l'ascoltatore proprio perchè suonano di una sincerità disarmante.Alcuni pezzi sussurrati sono da brivido("When","Laura"),ma l'apice del disco arriva forse quando Vincent Gallo si abbandona alle struggenti confessioni di "Apple Girl" e "Yes,I'm Lonely",veramente da commozione.Forse non per tutti i palati,quando si parla di un album del genere si entra nel campo della soggettività,per me si è trattata di una scoperta incredibile,forse perchè inaspettata.
Spero di aver attirato la vostra curiosità con queste descrizioni!

a presto,

Tulp 


UN 2004 IN MUSICA....di Marco Re "Rock 63", Gennaio 2004

Mentre si tirano le somme dell'anno appena trascorso e ogni buona rivista pubblica le classifiche dei "migliori" dell'anno... guardiamo all'anno che si è appena aperto:
cominciano a girare anticipazioni succulente sulla musica che verrà come il ritorno sulla scena musicale di alcuni nomi che ci hanno accompagnato nella adolescenza e ci hanno fatto crescere (alludo ai famigerati anni ottanta...ora, inevitabile, in piena rivalutazione e si scopre che poi la musica in quegli anni non era poi male se si guarda retrospettivamente all'appannamento generale delle arti nell'ultimo lustro)
TEARS FOR FEARS - nella formazione classica (Orzabal + Smith)- escono il 6 aprile con il nuovo album: ecco l'anticipazione fornita dal portale Rockstar.it:
 
Si intitola "Everybody Loves a Happy Ending" ed è il nuovo disco dei Tears For Fears.

Arriverà nei negozi europei il 6 Aprile anticipato da singolo "Closest Thing to Heaven" che sarà nelle radio dal 9 Febbraio; il brano verrà trasmesso dalle radio americane due settimane prima rispetto al vecchio continente per permettere al duo di promuovere contemporaneamente il brano sia in Europa sia in America.

La Arista ha 'obbligato' le emittenti americane a inserire "Closest Thing to Heaven" all'interno delle playlist solo dal 26 Gennaio ma gia alcune piccole stazioni hanno boicottato i voleri della major regalando la nuova composizione ai fan 'assetati'.

Non è stata ancora pubblicata la lista dei concerti in supporto al nuovo album, ma si prevede che in primavera Roland Orzabal e Curt Smith inizieranno un tour promozionale che toccherà Europa e America.

Il duo si è precedentemente riunito per raccogliere fondi destinati all'associazione per l'educazione infantile ideata dal tennista Andre Agassi; la manifestazione, Grand Slam for Children Concert, si è tenuta lo scorso 3 Ottobre a Los Angeles e grazie alla presenza dei TFF, che hanno eseguito "Everybody Wants to Rule the World", "Sowing the Seeds of Love" e "Rocket Man" di Elton John, la casse si sono ingrossate di ben 12 milioni di dollari.

Questo ha ulteriormente convinto la Arista ad affrettare i tempi di pubblicazione dell'LP "Everybody Loves a Happy Ending"; questa la tracklist provvisoria:

Everybody Loves a Happy Ending
Closest Thing to Heaven
Call Me Mellow
Size of Sorrow
Who Killed Tangerine
Quiet Ones
Who You Are
Killing with Kindness
The Devil
Ladybird
Secret World
Last Days on Earth
In attesa del nuovo disco, potete ingannare l'attesa guardando la nuova edizione di "Tears Roll Down" in DVD, la celebre collezione di video pubblicata originalmente in VHS e ora realizzata nel supporto digitale.

Atteso anche un nuovo album dei ricostituiti (formazione originale dei primissimi album )Duran Duran che hanno già sold out tutte le date inglesi del tour primavera - estate.
Lo scorso ottobre è stata anche annunciata la ricostituzione dei FGTH...vedremo un pò cosa sapranno riproporre a distanza di tanti anni dallo splendido esordio di WELCOME TO THE PLEASURE DOME e dal meno interessante successore LIVERPOOL.

Ad aprile sono attesi anche il nuovo album degli U2 che secondo le prime indiscrezioni continua il discorso intrapreso con il precedente album (cioè un ritorno ancora più marcato ad un rock "chitarristico" e quasi "garage"), e il nuovo attesissimo lavoro della sempre grandissima (chi l'ha vista questa estate in concerto capisce a cosa mi riferisco) PATTI SMITH.

Sul fronte degli italiani poche sono le anticipazioni: dovrebbe uscire il LIVE2003 di Fiorella Mannoia previsto per la fine dello scorso anno poi rinviato per non inflazionare un mercato già ampiamente saturato da raccolte e live. Il grande successo del concerto di capodanno a Roma con Ivano Fossati potrebbe anche essere il preludio alla realizzazione di quel progetto discografico già nell'aria da alcuni anni per il cantautore genovese e per il suo alter ego femminile... speriamo bene! A fine anno dovrebbe essere poi la volta di Francesco De Gregori con un nuovo album di inediti (autunno 2004).
Di SANREMO non vorrei parlare ma vorrei solo spendere due parole per la partecipazione di Mario Venuti, ottimo cantautore catanese che da anni produce dischi di qualità superiore alla media senza però ottenere un giusto riconoscimento di pubblico: almeno auguro a lui che la vetrina sanremese gli permetta di raccogliere qualche meritato frutto.

CIAO A TUTTI E BUON 2004 IN MUSICA.

I MIGLIORI DEL 2003 di Marco Re "Rock 63",  Gennaio 2004

E' sempre molto difficile "stilare" una classifica personale per due motivi penso, entrambi, legati (sigh) ad un fatto meramente anagrafico: da una parte mi capita - dopo tanti anni che ascolto musica - di trovare sempre meno cose che mi entusiasmano e che mi sembrino realmente "fresche e nuove" poichè inevitabilmente quasi tutto quello che sento mi lascia sempre un poco la sensazione del "già sentito" dall'altra parte ho ormai dei gusti abbastanza "affinati" per cui nel 99% dei casi difficilmente mi capita di comprare dischi che poi non ascolto perchè poi trovo brutti o poco interessanti (insomma...se c'è un vantaggio che arriva con l'età è quello di imparare a riconoscere le "sole" e l'ìesperienza spesso ti guida verso prodotti che incontrano il tuo gusto e la tua approvazione).
Dopo questo preambolo alcuen indicazioni:

Miglior disco italiano: LA CURA DEL TEMPO di NICCOLO' FABI (esempio mirabile di equilibrio tra buona musica e testi che emozionano, disco straordinariamente suonato, e nessuna canzone in tono minore o utilizzata tanto per riempire...)

Miglior disco cantautorale inglese : FROM EVERY SPHERE di ED HARCOURT (alla seconda prova non delude e conferma un talento straripante e persino eccessivo)

Miglior disco cantautorale americano:
THE UGLY AMERICAN di MARK EITZEL (non ha mai venduto molto ma ha sempre fatto dischi straordinari, coraggiosi e originali: anche lo scorso anno non si è smentito...mentre riformava i suoi vecchi AMERICAN MUSIC CLUB...se ne è andato a fare un giro in grecia e si è fatto accompagnare da musicisti del luogo per adornare le sue 10 nuove canzoni... insomma...una bicchierata e una canzone tanto per divertirsi un pò...invece spunta uno dei suoi migliori dischi in assoluto)e non posso lasciar fuori il geniale e fuori dagli schemi RUFUS WAINWRIGHT che con WANT ONE ci regala un terzo album ricco di suggestioni ed emozioni (all'insegna dell'eccletismo e alla ricerca di una formula-canzone non banale e non scontata).

Il gradito ritorno: STEVE WINWOOD con ABOUT TIME (dopo anni di appannamento ritorna con un disco strepitoso....organo hammond una chitare e una batteria...sono solo in tre ....ma dal cd fuoriesce un fiume di lava musicale inarrestabile. Una lezione di stile e di classe).

La scoperta dell'anno:
il cantautore canadese (appena ventiquattrenne) HAWKSLEY WORKMAN con il suo LOVER/FIGHTER...ottimi testi...buon sano vecchio rock spruzzato e contaminato con tutto ciò che passa per il mondo musicale di oggi. Non innovativo ma il ragazzo ha grinta e stoffa...poi sta producendo una canadesina dolce e minuta (sarà con lui in tour a Marzo anche in Italia) ma dalla voce potente che da i brividi... tale Serena Ryder...da tenere d'occhio.

LA RISPOSTA DI "TULP" DEL FORUM "SOLEGEMELLO"
:

Grandissimo Mark Eitzel!! Se ti piace il suo genere non posso fare a meno di consigliarti i Carissa's Wierd, duo di Seattle (dal nome veramente osceno) che fanno più o meno le stesse cose di Eitzel,e nel loro kolossal Songs About Leaving del 2002 lo fanno decisamente con classe.Ti capisco quando dici che molta della musica attuale ti suona "derivativa" o comunque già sentita(soprattutto ora in tempi di revival garage e non),ma dopo aver sentito determinate cose,io sono dell'idea che gli anni 90 sono stati prolifici e innovativi quanto i '60-'70,o se non allo stesso livello,poco ci manca(e dopo questa dichiarazione sono pronto per essere messo alla berlina da tutti voi!:Sm19: ).Per i preferiti del 2003,anche io sono in seria difficoltà: mi mancano 5-6 titoli da sentire,dischi che ho adocchiato e che sono convinto possono arrivare al vertice delle mie preferenze attuali.Per ora posso dire che quelli che più mi hanno stupito sono stati Blemish del grandissimo David Sylvian(uno dei dischi più ostici che siano mai giunti alle mie orecchie:mi ha conquistato dopo molto tempo) e soprattutto You Are Free di Cat Power;con quello pseudonimo potreste pensare che si tratti di una delle Destiny's Child o simili,mentre invece è una ragazza che con questo album sale direttamente nell'olimpo delle cantautrici assieme a Joni Mitchell & co.I paragoni e questa affermazione forte non deve temere il ridicolo.Un disco che potrebbe essere il perfetto manuale del cantautorato lo-fi:con un tono vagamente depresso e distratto questa ragazzina "cesella" 14 brani uno più bello dell'altro,tutti con protagonista assoluta la sua voce,accompagnata qualche volta da una chitarra,qualche altra volta con un piano.Splendido,davvero.Tra i meritevoli menzionerei i Calexico con FEAST OF A WIRE,colonna sonora per un viaggio nel deserto,gli Arab Strap,con il loro consueto campionario di canzoni tristi e stralunate da bar,e infine i British Sea Power,rock-band inglese molto guitar-oriented,decisamente promettenti.Per concludere,tra le delusioni più cocenti metterei Hail To The Thief(Radiohead) proprio perchè da gente come loro è lecito aspettarsi di più;e poi Vulnerable di Tricky e 100th Window dei Massive Attack,che non mi sono piaciuti per niente( e per Tricky mi è spiaciuto veramente..).


2003, Il ricordo: Elliot Simith

Cantautore non ancora troppo noto, Ellioth Smith si era segnalato con i suoi primi due CD totalmente autoprodotti (Ellioth Smith, Roman Candle) come uno dei cantautori più interessanti degli anni novanta, una scrittura semplivce ma raffinata, un gusto straordinario per le belle melodie e una delicata vena poetica nelle liriche. Il suo EITHER/OR del 1997 viene votato dall'autorevole NME tra i migliori dischi degli anni '90. Con XO del 1998 e, soprattutto "FIGURE 8" del 2000 il suo nome comincia a circolare anche in Europa dove comincia ad essere "nome di culto" per gli appassionati della canzone d'autore. Per la fine dell'anno era atteso il suo nuovo album.
Nelle prossime ore cercheremo di capire qualcosa di più sulla morte di Smith. Ellioth Smith si va ad aggiungere ai molti che se ne sono andati in questo anno terribile per la musica.


Da Rockstar on line

Il cantautore americano si è apparentemente tolto la vita a soli 34 anni.
Elliott Smith stava lavorando al suo sesto album provvisoriamente intitolato "From A Basement On The Hill", ma non è dato sapere lo stato dei lavori.
Il titolo del nuovo lavoro sembra essere un resoconto della sua storia artistica iniziata proprio da uno scantinato (basement) dove registrò con un quattro piste il primo album di debutto "Roman Candle" uscito per l'indipendente Cavity Search.
Il primo lavoro impressionò per la sua anima scura e delicata, l'accostamento a Nick Drake fu immediato; la strada che porta fino alla collina ('From A Basement On The Hill', il nuovo album) vede la pubblicazione dell'omonimo album nel 1995 e "Either/Or" nel '97 per una nova etichetta la Kill Rockstars.
Lo stesso anno il regista Gus Van Sant lo chiama per scrivere parte della colonna sonora di "Will Hunting: Genio Ribelle", Smith porta sei composizioni una della quali, "Miss Misery", viene nominata all'Academy Award come miglior canzone originale.
I primi passi verso la somma della collina vengono quindi fatti in questi anni; la sua presenza alla serata finale degli Oscar e il suo contratto con la major Dreamworks lo proiettano immediatamente in alto, forse troppo.
"XO" del '98 e "Figure 8" del 2000 sono i suoi ultimi album, poi Elliott ha dato uno sguardo verso il basso e le vertigini si sono impossessate di lui.
 


23/10/2003 20.39          
di Marco

Per un giorno tutti abbiamo sperato che la notizia della morte di Elliott Smith fosse una "bufala": infatti dopo i primi lanci delle agenzie i media hanno fatto un rapido dietrofront riportando la notizia con i condizionali ipotetico-dubitativi del caso: sembrava infatti che il corpo ritrovato da una donna a Silvelake, vicino Los Angeles, per errore fosse stato identificato con quello del cantautore americano.
Oggi purtroppo è arrivata la conferma che quel corpo è proprio di Elliott Smith: una sola coltellata autoinferta è bastata ad ucciderlo.
E allora...addio piccolo Elliott...riposa in pace.


Per ricordarlo (e per conoscerlo) consiglio: la colonna sonora del film "Dear Will Hunting" (Genio ribelle)
XO (1998)  Figure 8 (2000)

Pare che qualche settimana fa sia uscito un singolo in America ad anticipare il suo nuovo album: il singolo (una rarità: pubblicato in solo 5000 copie)contiene anche un brano (all'epoca dei 45 giri si chiamavano b-sides)intitolato "Suicide Squeeze" (!)
 
Intervento di Tulp sul forum "solegemello" :

Mi spiace veramente tanto per questa perdita;ho avuto la fortuna di sentire il primo album di Elliott Smith(Roman Candle),e posso dire con tranquillità che quella che ci ha lasciata era una delle personalità di spicco di una certa musica degli anni 90(tanto che,come giustamente diceva Marco,era stato più volte accostato a un certo Nick Drake...);mi ha fatto piacere in ogni caso che sul forum abbiate dato peso alla notizia,insomma che sia stato ricordato come merita!


"QUALCHE ANTICIPAZIONE"  Agosto/Settembre 2003
di Marco Re "Rock 63"
 
Mentre il caldo continua a crescere e i neuroni saltano ad uno ad uno, prima che l'intero cervello si sciolga mi permetto di tediarvi con qualche riflessione ed anticipazione.
Questo 2003 non mi pare che abbia portato con se - dal punto di vista musicale - fino ad ora grossi e significativi fenomeni e/o novità. Anzi. Paradossalmente quest'anno abbiamo applaudito il ritorno di nomi storici del rock che ci hanno regalato grandi dischi e ottime performance live (se qualche fortunato ha avuto la fortuna di vedere dal vivo la grandissima Patti Smith - io ero a Correggio il 22/07 ed è stata la terza volta nel corso della mia vita che ho avuto grandi emozioni...ma ne riparleremo- sa a cosa alludo; oppure il concerto dei Jethro Tull a Roma di cui ho letto recensioni straordinarie...e poi Springsteen, gli Yes ecc. ecc.) a dimostrazione che il rock ha una straordinaria capacità di non invecchiare o meglio, di far invecchiare bene chi lo pratica.
Sempre su questo filone vi anticipo allora le uscite tra fine agosto e settembre dei nuovi album di David Bowie (Reality) e Neil Young (di quest'ultimo vedranno finalmente anche la luce , per la prima volta in cd, 4 di una serie di 6 suoi vecchi album fino ad ora non disponibili sul mercato e cioè RE-AC-TOR, Hawks and Doves, American Stars'n'Bars, On the Beach).
Segnalo infine - già uscito da un mesetto - il nuovo album del cantautore canadese Bruce Cockburn, autore sempre rigoroso e che raramente - nel corso di una carriera ormai ultratrentennale - ha sbagliato un disco.
Certo, siamo sempre dalle parti di un rock d'autore, brani a volte non immediati, tessiture strumentali che spazianmo dal jazz alla world al coutry rock e, come sempre per Cockburn, impegno politico e sociale sempre in primo piano con i suoi strali contro le società consumistiche che badano solo al profitto a danno dell'uomo e dell'ambiente. Ma anche di lui riparleremo con calma non appena le temperature consentiranno di stare al pc un poco più di ora. Quanto sopra perchè - grazie a Dio - di non solo "chiwawa" vive l'uomo...
Buon ferragosto a tutti gli amici del forum vecchi e nuovi

Luglio 2003

Gli ultimi acquisti che ho fatto sono: per le ultime novità la special edition di "Hail To The Thief" dei Radiohead e "Everything Must Go" degli Steely Dan; poi dalla mia pusher di fiducia (cd usati...si trova ottima roba anche fuori catalogo e in buone condizioni nell'usato e a prezzi fantastici) un poco di "buon antiquariato" come l'album d'esordio dei Buffalo Springfield (quello con la mitica "For what it's worth") anno di grazia 1966; la collector's edition di "It's only rock ' n ' roll" dei Rolling Stones (pagato una stupidaggine...10 euro e in ottimo stato) anno di grazia 1974 e infine "Bless It's pointed little head" dei Jefferson Airplane (live del 1969).

Segnalo a tutti gli amici che abitano a Roma che l'11 luglio 2003 all'Arena Foro italico ci sarà un'evento da non perdere assolutamente per tutti coloro che vogliono conoscere un pezzo di storia del rock ed assistere a 2 ore di musica fuori dagli schemi consueti: ritornano infatti gli YES nella formazione classica che ha regalato agli inizi degli anni settanta alcuni dischi fondamentali per il progressive rock come "The Yes album" "Fragile" "Close to The Edge" "Yessongs". Infatti dopo una storia travagliata sono di nuovo insieme Jon Anderson (lo storico vocalist dalla voce d'angelo), Steve Howe (una delle chitarre più grandi di tutta la storia del rock), le tastiere di Rick Wakeman, il basso di Chris Squire e la batteria di Alan White. Da non perdere assolutamente perchè dal vivo sono sempre straordinari.

Infine segnalo, a proposito di grandi ritorni (e a dimostrazione di come l'età a volte non conta per "scrivere" musica straordinaria e ispirata)dei giganti del passato: è uscito finalmente dopo 7 anni di silenzio il nuovo ABOUT TIME di Steve Winwood: 70 minuti di musica e nemmeno un secondo da buttare. Uno dei suoi più bei dischi di sempre.Consigliatissimo per chi ama il suono dell'organo hammond, i sapori latini e tropicali e il gusto vintage degli arrangiamenti. Capolavoro.
Ritornati anche Donald Fagen e Walter Becker ovvero gli Steely Dan con Everything Must Go: ancora una volta musica a livelli superiori con un pugno di canzoni che di ascolto in ascolto rivelano le mille sfaccettature dietro cui si cela l'apparente semplicità. Alla ricerca del pop perfetto, sapori di jazz e fusion e, come sempre grande, grandissima classe.
Per non annoiare con le mie solite lunghe schede...se qualcuno è interessato a sapere qualcosa di più degli artisti citati...non deve far altro che chiedere...scrivimi

Per chi preferisce arrangiarsi da solo:


www.yesworld.com
www.stevewinwood.com
www.steelydan.com



Giugno 2003


Fleetwood Mac: un grande ritorno
di Marco Re "Rock 63"
 
 Uscito da poche settimane anche in Italia il nuovo album dei Fleetwood Mac “SAY YOU WILL” che rivede fianco a fianco, dopo la storica scissione di metà anni ottanta, la coppia Lindsey Buckingham e Stevie Nicks e la storica sessione ritmica Mick Fleetwood e John McVie (membri fondatori del gruppo angloamericano nei tardi anni sessanta). E’ un disco, quest’ultimo, ricco e vario (18 brani per quasi un’ora e mezza di musica) e senza cadute di toni e anzi, in alcuni momenti, tocca vette altissime che lo pongono tra i loro migliori lavori di sempre. I Fleetwood Mac nascono sul finire degli anni settanta come band di incendiario rock blues bianco ma le precarie condizioni psichiche del chitarrista (il leggendario Peter Green) costringono Fleetwood e McVie ad un rimpasto includendo la moglie di quest’ultimo, Christin McVie (compositrice e tastierista) e trasferendosi in America al sole della California e spostando la loro musica su un pop raffinato e “americano”. Sarà con il 1975 che i Fleetwood Mac “faranno il botto”: l’arrivo in seno al gruppo dello straordinario chitarrista Lindsay Buckingham e della compositrice e bellissima Stevie Nicks regaleranno ai Fleetwood un disco bellissimo come FLEETWOOD MAC e l’anno dopo lo storico RUMOURS, in assoluto uno dei dischi più venduti nella storia della musica moderna e, ancora oggi, ascoltato “con rispetto” come esempio di pop perfetto (commerciale ma raffinato e di classe). Il successivo e ambiziosissimo TUSK (quasi un manuale di pop sperimentale) segnerà i primi dissidi interni al gruppo anche perché il disco – forse troppo complesso e nel quale Buckingham sperimenta diverse tecniche di incisione, di produzione e di suono – non incontra il favore del pubblico a dispetto del fatto che TUSK costò ai Mac un sacco di dollari (la sua realizzazione fu una delle più costose). Il bellissimo LIVE seguito dai vendutissimi MIRAGE e TANGO IN THE NIGHT sono però il canto del cigno: da metà anni ottanta il progetto Fleetwood Mac comincia a perdere pezzi prima con l’abbandono di Buckingham (esce l’incerto BEHIND THE MASK con due chitarristi a sostituire Lindsey) poi della Nicks (il pallido TIME al quale non danno luce nè la bellezza della bionda vocalist Rebecka Bramlett né l’inserimento nella band di Dave Mason storico chitarrista dei Traffic).Sul finire degli anni 90 la notizia bomba: il quintetto “storico” si ricostituisce per una serie di concerti che verranno immortalati sul bel live THE DANCE e per l’occasione include anche alcuni brani originali. Ma nel delicato equilibro che sostiene il gruppo qualcosa si rompe di nuovo tra le due “prime donne” della band e Christin McVie decide di non partecipare alla prosecuzione del progetto. Questo nuovo SAY YOU WILL vede infatti la sola Stevie Nicks a spartirsi la scrittura del disco con Lindsey Buckingham. Entrambi in assoluto stato di grazia e di ritrovata ispirazione, regalano a questo disco una serie di pezzi da manuale come “Illume (9-11)” inevitabile ricordo degli eventi dell’11 settembre o come “Murrow Turning Over in his grave” o Thrown Down” (assoli di chitara elettrica da manuale) o la splendida “Say Goodbye” (tutta giocata su arpeggi di chitarra acustica). Ma difficile selezionare un pezzo perché – caso quasi unico – nell’arco di 18 brani e 75 minuti di musica non si riesce a buttare via nulla.
Bravi Fleetwood!
 
 
'Pastore di nuvole' il nuovo album di Luigi Grechi
DA ROCKOL 04/04/03

Uscirà l’11 aprile per Sonymusic il nuovo album di Luigi Grechi, fratello di Francesco De Gregori. Il disco sarà intitolato “Pastore di nuvole” e sarà prodotto da Guido Guglielminetti, da anni collaboratore anche del fratello.
Le canzoni contenute nel lavoro saranno “Eccolo lo stronzo!”, “Il fuoco e la danza”, “Le vespe”, “Diggeridoo”, “Ma che vuoi da me? (what do you want)”, “Venti gradi sotto zero”, “Aldilà del confine”, “Stivali e tequila”, “Supergatto”, “Pastore di nuvole”.
Luigi Grechi (il cognome è quello della madre) ha inciso vari album a partire dagli anni Settanta, sempre caratterizzati da un personale stile country. Recentemente il suo nome è tornato alla ribalta in qualità di autore de "Il bandito e il campione", brano portato al successo da De Gregori e che secondo alcuni è stato copiato da Luca Barbarossa per il suo brano sanremese “Fortuna”. Lo stesso Grechi ha però difeso il collega spiegando che le due canzoni nascono dalle stesse "radici musicali".
(3 apr 2003)



Marzo 2003

Nick Drake - Tom McRae - Ed Harncout
di Marco Re "Rock 63"

C'era una volta - nei primi anni settanta - un cantautore inglese che cantava strane storie in cui faceva capolino continuamente quel dannato male di vivere che spesso, troppo spesso, colpisce i giovani, oggi come allora. Strane storie malinconiche, tristi e dolenti accompagnate solo da qualche accordo di una chitarra acustica ora arricchite da arrangiamenti per archi che accrescevano ulteriormente quel senso di malinconia che trpelava dai bellissimi testi.
Quel cantautore era bello come un angelo e fragile come una lastra sottile di ghiaccio: dopo solo tra dischi, per lo più inascoltati e non capiti, una sera d'autunno sale nella propria stanza, mette sul piatto del giradischi i Concerti di Brandeburgo di Back e ingoierà un flacone di sonniferi. Aveva 26 anni. Il suo nome era Nick Drake.
Vittima del male di vivere e allo stesso tempo vittima dell' insuccesso , da qualche tempo i tre dischi di Nick Drake (tutti in serie economica) FIVE LEAVES LEFT - BRYTER LAYTER - PINK MOON sono considerati tre piccoli gioielli e il loro autore un caposcuola di quell'atteggiamento malinconico che da qualche anno va tanto "di moda" nel pop-rock inglese...a partire dai Radiohead e via via fino ad arrivare a due cantautori giovanissimi che sono stati - con i loro dischi di esordio - tra le più belle e promettenti rivelazioni d'inizio millenio. Sto parlandoi di Tom McRae e Ed Harncout che, pur diversissimi tra loro, hanno in comune quel tratto malinconico ereditato dal grande Drake.
Entrambi hanno pubblicato la settimana scorsa i loro nuovi dischi, per entrambi la prova del nove (come si suol dire): il difficile secondo album dopo un ottimo disco di esordio.
Ed entrambi si sono riconfermati dei grandi talenti.
Se amate la musica non necessariamente radiofonica o se avete voglia di avvicinarvi ad un disco che non girerà sil vostro lettore solo lo spazio di una settimana ma continuerà a "parlarvi", ad emozionarvi per mesi e mesi, beh, non lasciatevi scappare JUST LIKE BLOOD di Tom McRae e FROM EVERY SPHERE di Ed Harcourt.
Sono due dischi coraggiosi perchè non fanno nulla per accattivarsi il gusto predominante del pubblico, parlano di disagio, di paure, di incubi, e spesso di sofferenza e di morte. Anche da un punto di vista musicale sono dischi che sotto un'apparente semplicità (come nel caso di McRae) colpiscono per trame sonore che emergono con il ripetersi degli ascolti.
Ed Harcourt poi ha fatto un disco assolutamente straordinario e geniale che trae ispirazione da Tom Waits, da Beck, dall'elettronica, dal melodramma, dal glam rock...è una piccola enciclopedia del rock moderno e a mio avviso assolutamnete da ascoltare. In futuro vi parlerò in maniera più sistematica di questi due giovani cantautori inglesi poco inglesi (nel senso che la loro musica è abbastanza anomala da non essere all'orecchio immediatamente etichettabili: non a caso McRae ha avuto in Francia un grosso successo di critica e proprio a Parigi ha presentato il nuovo disco). Intanto se volete saperne di più o anche solo per fare "un assaggio" dei loro dischi:


http://www.tommcrae.com

http://www.edharcourt.com


La cura del tempo - Niccolò Fabi
di Marco Re "Rock 63"

Ho ascoltato il nuovo album di Niccolò Fabi "La cura del tempo" e devo dire che è stato una grossa sorpresa. Sicuramente con questo disco ha fatto un deciso passo in avanti rispetto ai suoi tre dischi precedenti e con quest'ultimo ho la netta impressione che si vada a collocare tra i cantautori più sensibili e nuovi della canzone italiana (siamo ai livelli del miglior Fossati). Consiglio a tutte le donne e ragazze di ascoltare la splendida "Mimosa" e da non perdere il bellissimo brano cantato insieme a Fiorella Mannoia "Offeso". Il disco, oltre che ben scritto, è ottimamente suonato grazie anche al recupero di strumenti acustici, degli archi, dei fiati (sax e clarino) e addirittura un recupero del vecchio caro moog.
Insomma...a mio avviso...un ottimo album da comprare (infatti temo che non funzionerà molto poichè ha un gusto decisamente poco commerciale e le sue trame sonore sono molto raffinate).


Gennaio/Febbario 2003

7 febbraio:  'Controllo del livello di rombo', il live dei Subsonica e l'ultimo di Fossati

 "Controllo del livello di rombo" è il doppio album dal vivo dei Subsonica, che verrà pubblicato il 7 febbraio da Mescal con distribuzione Sonymusic: tre brani inediti, tra cui  “Livido Amniotico” e un libro di racconti, realizzato da Boosta, uno dei membri della band: la Mescal sarà per l'occasione anche la casa editrice del libro.
 “La bottega di filosofia” è invece  il singolo (in radio dal 18 gennaio) tratto dal nuovo album di Ivano Fossati,  “Lampo”, dieci canzoni  in uscita il 7 febbraio. Sorpresa per le sonorità: tratti di rhytm and blues e rock anni 70, niente pianoforte ma chitarra, armonica e hammond.
Il brano, rivolto ai ragazzi di oggi, contiene questo inciso:
 “Sono un visionario e vedo quello che non c'è/sogno una macchina che riavvolge il tempo/sono un visionario vedo quello che non c'è /sogno una macchina che riavvolge il tempo”.
Dopo l’uscita del disco Fossati inizierà il tour, ancora in via di definizione le date e la località



"Tempi duri", l'unico gruppo prodotto da Fabrizio De Andrè

24 Gennaio: esce il disco della band, che nei primi anni 80 venne prodotta da Fabrizio De Andrè, nel gruppo militava anche Cristiano. Il Cd raccoglie la discografia della band e un inedito particolarmente caro al  maestro e produttore Fabrizio De André. La distribuzione é Universal, l'etichetta MBO.

TEMPIDURI
Carlo, Cristiano, Loby e Marco
NB. Per maggiori informazioni sull'uscita in oggetto potete visitare il sito MBO:
http://www.mbomusic.it/home/home.html
http://www.mbomusic.it/licenze/tempiduri.html


"ADDIO JOE..."  di Marco Re 24-12-2002

BRUTTO NATALE PER GLI AMANTI E APPASSIONATI DEL ROCK: E' ARRIVATA IERI LA NOTIZIA DELLA MORTE DI JOE STRUMMER, FONDATORE E LEADER DI UNA BAND STORICA ("Clash") PER IL PUNK E PER IL ROCK MONDIALE NEGLI ANNI 80. "THE CLASH" (1977) "LONDON CALLING"(1979) "SANDINISTA" (1980) E "COMBAT ROCK" (1983) SONO LE TAPPE FONDAMENTALI DI QUESTO GRUPPO CHE NON HA MAI DISGIUNTO L'IMPEGNO POLITICO E SOCIALE DALLA PROPRIA MUSICA.PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE VI RIMANDO ALL'OTTIMO SITO ITALIANO HTTP://WWW.RADIOCLASH.IT. ADDIO JOE E GRAZIE PER LA TUA MUSICA CHE VIVRA' IN ETERNO!



Addio a Joe Strummer, leader dei Clash
di Massimo Giuliano da MUSICALNEWS 24-12-2002

Un triste Natale per tutti gli amanti del punk: è morto, a soli 50 anni, uno dei simboli del rock.

Con i Clash abbiamo tutti un debito: per l'energia, l'onestà, i nuovi orizzonti e la consapevolezza regalatici da una band che avrebbe dovuto essere "semplicemente" un quartetto punk e ha finito per diventare un punto di riferimento per chiunque faccia o ascolti musica rock.
A maggior ragione questo debito è forte nei confronti di Joe Strummer, anima e cervello dei quattro gunners di Brixton.
Joe è morto domenica 22 dicembre (ma la notizia si è appresa ieri, lunedì 23) a soli 50 anni, pare tradito da un cuore più debole di quanto si potesse immaginare.
Al di là della retorica e della polvere che il tempo può aver posato sul mito dei Clash, Strummer è stata una delle menti più lucide e creative della storia del rock. Senza il suo coraggio e la sua voglia di rompere gli schemi del punk no future, non ci sarebbe stata una frontiera per tutti i rocker. Reggae, ska, R'n'B, rockabilly, Woody Guthrie e Bo Diddley, Monty Clift e Apocalypse Now, i sandinisti in Nicaragua e quella cavalcata furiosa all'inizio di "I Fought the Law": frullate tutti questi ingredienti e sarete ancora lontani dalla miscela esplosiva che i Clash hanno fatto esplodere nelle teste di giovani kids privi di ogni punto di riferimento, musicale e non solo. Joe Strummer era all'origine di tutto questo e molto di più.

Con lui muore una parte di noi.

Novembre/Dicembre 2002

Enrico Ruggeri di Marco Re "Rock 63"

Ruggeri, classe 1957, milita nei fine anni settanta in formazioni che si rifanno al rock decadente prima e al punk poi (rispettivamente
Champagne Molotov e Decibel) ma il suo enorme talento di autore lo costringe "a stare un poco stretto" all'interno di una band. Del 1981 è il suo primo album ma solo con "Il Mare d'Inverso", portato al successo da Loredana Bertè il suo nome si impone come quello di uno degli autori più interessanti degli anni 80.

Molto rappresentativo di questo primo periodo è il live "VAI ROUGE!!" del 1987: disco straordinario che consiglio vivamente e che raccoglie tutti i brani più belli di Ruggeri in versione Live (segnalo "Quello che le donne non dicono" in duetto con Fiorella Mannoia...un brano che vale una carriera!!).


"IL FALCO E IL GABBIANO" (1990) e "PETER PAN" (1991) sono tra tra i più begli album di musica d'autore italiana degli anni 90 e testimoniano di un momento creativo particolarmente felice per Ruggeri
Il successo di quei duer dischi è tale che "La giostra della memoria" uscito nel 1992/1993 ottiene grande successo. Da allora a oggi sono usciti 6 dischi e la doppia raccolta e se il successo è un poco calato non è certo per colpa della minore qualità dei suoi dischi.

Tra l'altro se vi dovesse capitare non perdete un suo concerto live, perchè davvero merita di essere ascoltato (suona tra l'altro con ottimi musicisti) e consiglio anche il disco live uscito lo scorso anno LA VIE EN ROUGE.
Molti suoi dischi si trovano in serie economica.

LA DISCOGRAFIA DI ENRICO RUGGERI E I CONSIGLI DI "DYLAN" DI RIETI

PUNK (1978) -Introvabile-
VIVO DA RE/DECIBEL (1979) -Introvabile-
CHAMPAGN MOLOTOV (1981)
POLVERE (1982)
PRESENTE (1983)
TUTTO SCORRE (1985)
DIFESA FRANCESE (1986)
ENRICO VIII (1986)
VAI RROUGE (Live) (1987)
LA PAROLA AI TESTIMONI (1988)
CONTATTI (1989)
IL FALCO E IL GABBIANO (1990)
PETER PAN (1991)
LA GIOSTRA DELLA MEMORIA (Live) (1993)
OGGETTI SMARRITI (1994)
FANGO E STELLE (1996)
DOMANI E' UN ALTRO GIORNO (1997)
L'ISOLA DEI TESORI (1999)
L'UOMO CHE VOLA (2000)
LA VIE EN RROUGE (Live) (2001)
GLI OCCHI DEL MUSICISTA (12 settembre 2003)

Se non hai alcun disco suo ti consiglio il live "La giostra della memoria". Assolutamente imperdibile, punto e basta. C'è il meglio del suo rock, i testi molto intensi, vecchi successi riarrangiati. Compralo!I primi dischi rock fino a "Tutto scorre" c'è un pò il racconto della sua vita e i suoi difficili inizi di carriera. Da "Difesa francese" a "La parola ai testimoni" poco rock, prevale invece la canzone d'autore.Da "Il falco e il gabbiano" (Altro disco DA COMPRARE, il più rock della sua discografia) fino a "L'uomo che vola" ha continuato la strada del rock. Gli ultimi due sono caratterizzati da un rock leggero, un folk rock. L'ultimo molto bello, c'è anche Nessuno tocchi Caino. Gli album più deboli sono "L'uomo che vola", dove le canzoni si assomigliano un pò tutte, e "Domani è un altro giorno" dove i testi non sono proprio all'altezza degli altri album.



AMEDEO MINGHI : gli appunti di Marco sul cantautore

Quasi più nessuno ricorda il suo lontanissimo esordio nel 1973 e il suo secondo disco pubblicato nel 1980. Ma - in quegli anni - fu praticamente impossibile non essere colpiti da quello che è, a mio avviso, uno dei dischi più belli di musica italiana usciti nel 1983 e cioè "1950" suo terzo disco (la canzone omonima è una delle canzoni più belle in assoluto e merita di essere inserita in un canzoniere delle + belle canzoni in assoluto, ma anche "St.Michel","La casa lungo il Tevere" sono bellissime).
Io di Minghi ho solo "Cuori di pace" (1986) quello con la copertina disegnata dal grande e mai abbastanza compianto Andrea "Paz" Pazienza: in questo disco collabora con il paroliere Gaio Chiocchio e il linguaggio utilizzato è molto particolare (abbastanza vicino, come risultato, a Panella per Battisti) ma canzoni come "Cuore di Pace" e "L' immenso" e "Verdi Cattedrali della Memoria" sono splendide.
Poi c'è stato il grande successo sanremese con "Vattene amore" che è una di quelle canzoni che ti fruttano popolarità immensa e un sacco di soldi ma purtroppo ti condannano anche: l'intelligenza e la serietà di Minghi hanno fatto si che non cavalcasse l'onda del successo a tutti i costi ma ha continuato poi, con alterne fortune, un suo discorso molto coerente prendendo come fonte di ispirazione il melodramma e la grande tradizione melodica italiana sue grandi passioni da sempre.


FRANCESCO DE GREGORI & GIOVANNA MARINI : "IL FISCHIO DEL VAPORE"

Esce il 15 Novembre Il fischio del vapore, l'album di Francesco De Gregori e Giovanna Marini contenente alcune fra le più grandi canzoni popolari italiane riarrangiate per l’occasione ed interpretate a due voci.
E' stata resa nota la tracklist de "Il fischio del vapore", album di classici della canzone popolare italiana realizzato da Fracesco De Gregori e Giovanna Marini : il disco è stato registrato dallo stesso De Gregori nella sua casa in Umbria.


"Sento il fischio del vapore"
"O Venezia che sei la più bella"
"L'attentato a Togliatti"
"I treni per Reggio Calabria"
"Nina ti te ricordi"
"Sacco e Vanzetti"
"Donna lombrada di Gualtieri"
"Il tragico naufragio della nave Sirio"
"Il feroce monarchico Bava"
"Lamento per la morte di Pasolini"
"L'abbigliamento del fuochista"
"Saluteremo il signor padrone"
"Bella ciao"

Segnalazioni

Tra la marea di antologie e Greatest Hits che stanno uscendo in questo periodo (ottobre/novembre 2002) , vi segnalo la nuova raccolta degli U2 e quella di BJORK) sottopongo alla vostra attenzione due titoli nuovi che meritano: per chi ama le belle voci femminili e musica non banale il nuovo album di TORI AMOS "SCARLET'S WALK", a un primo ascolto uno degli album più interessanti (sia musicalmente che as livello di testi) della straordinaria cantautrice americana: una sola avvertenza , non è un disco facile e necessita di molti ascolti e di attenzione. Stiano al largo tutti coloro che vivono la musica come un qualcosa da ascoltare in sottofondo facendo mille altre cose.
Godibilissimo invece il nuovo album di un grande rocker americano
TOM PETTY: il nuovo "THE LAST DJ" coniuga intelligenza, piacevolezza d'ascolto (fruibilità), mestiere e coerenza del suo autore che raramente ha sbagliato un disco nella sua carriera ormai trentennale e sempre lontano dai riflettori dello star system.

Segnalo a tutti che l'Espresso ha ripreso la pubblicazione della collana Classici del Rock: è una buona occasione per portarsi a casa con davvero pochi soldi alcuni pilastri della storia della musica: La serie è iniziata con lo storico DEEP PURPLE IN ROCK per continuare con un'altra pietra miliare del progressive rock inglese, il mitico e grandioso AQUALUNG dei miei amatissimi JETHRO TULL e ancora con una delle voci più belle che la musica giovane abbia mai conosciuto: la straordinaria JANIS JOPLIN , l'Espresso pubblica il suo Greatest Hits che contiene alcune interpretazioni da brivido come Ball and Chain, Summertime, Me and Bobby Mc Gee, Piece of My Heart.

Brevissime: Per quanto riguarda Simon & Garfunkel "The sound of Silence" da sola è la classica canzone che vale una carriera per non nominare altre bellissime che i due hanno composto e per non menzionare poi la straordinaria carriera solista di Paul Simon che ha regalato al mondo della musica moderna almeno due capolavori come "Graceland" e "The rythm of the saint".

 CONTINUA: Clicca qui (Marzo/Settembre 2002)


vai a CANTAUTORI      vai a "Amici solegemello"

torna a "Canzone d'autore"