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Una rubrica a cura di Marco Re "Rock 63"
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"THE RISING"- Bruce Springsteen :  "The Boss is Back"!! Settembre 2002
di Marco Re "Rock 63


Il nuovo disco di Bruce, il primo dopo parecchi anni con la ritrovata
E Street Band, ha il suono classico dello Springsteen più rock (quello per intenderci di Born To Run o Born in The USA) e pertanto è molto lontano dalle atmosfere scarne ed essenziali dell'acustico THE GHOST OF TOM JOAD . Sicuramente dopo il primo ascolto viene spontaneo il grido "The Boss is Back"!! Infatti è un ottimo album che si dipana lungo 15 brani : è un disco cha va ascoltato più volte prima che entri nelle orecchie nella sua totalità. Per carità, è un disco ascoltabilissimo e pensato per un pubblico di massa che, giustamente lo sta premiando con il successo che merita. Brani più rock si alternano alle tipiche ballate ma forse la produzione di Brendan O'Brian ha un pò appiattito il suono della E Street Band (il mitico sax di Clemmons esce solo a tratti e poco caratterizzato).

Un punto di forza del disco - come sempre - sono i testi: Springsteen cerca di riflettere sulla ferita aperta dopo gli attentati di un anno fa ma lo fa senza demagogia ed evitando imbarazzanti populismi...racconta storie di gente comune su cui la tragedia ha gettato le sue ombre...e riflette anche sugli errori e sulla presunzione di un popolo - quello americano - che si ostina a credersi l'unico depositario di valori "giusti". Quasi provocatoriamente in una delle canzoni più belle del disco, Bruce utilizza un arrangiamento che ricorda linee melodiche tipiche della musica indo-pakistana e utilizza la collaborazione di un coro pakistano... e nella canzone celebra la necessità che mondi distanti tra di loro inizino a dialogarsi e ad accettarsi nelle reciproche differenze.
Cosa altro dire? penso sia un disco che vale la pena di essere ascoltato e acquistato...perchè in ogni caso è uno dei dischi che in maniera più sincera e disincantata cercano di "fare il punto della situazione" sulle ferite di un popolo e di una umanità che ha lasciato una volta per tutte nel cassetto il sogno americano: Perchè il sogno è diventato un incubo!
 

"POLVERE NELLE SCARPE" - I testi dell'ultimo album di Bruce Springsteen -
di Stefano Solegemello

E' un disco doloroso "The rising", ricco di riferimenti alla tragedia delle Twin towers.
In "You 're missing", canzone del dolore e dell'assenza , si piange la perdita di una persona cara attraverso la descrizione di piccole scene  di vita quotidiana ; il brano termina con il presagio di una nuova apocalisse "il diavolo è nella cassetta delle lettere" (l'antrace?) e con la sensazione di un vuoto incolmabile : "ho polvere nelle scarpe, niente altro che lacrime": ecco tutto quello che resta delle torri di New York city;
In "The fuse"...."il diavolo è all'orizzonte....", in "The rising "  "le facce sono diventate nere"... in "Into the fire" "hai offerto il tuo corpo su per le scale" e così via con tanti altri versi firmati 11 settembre. Bruce ne parla senza retorica, descrive il dramma di un popolo.
Colpisce il lato "mistico" di questo album, un'opera in cui  il boss "solleva al cielo" la sua preghiera per una risurrezione materiale e spirituale.

Ci sono ballate come "Further on (up the road)" dove compare il caro vecchio "topos springsteeniano" della  "strada" e brani che ci fanno bruciare l'anima mentre guardiamo con Bruce "mondi lontani e separati", dove la pioggia di Allah,  bagna la terra. Sono mondi con i quali è indispensabile instaurare un dialogo ("Worlds apart" ).
Quale americano se non "il boss" avrebbe avuto il coraggio di mettere in un disco Budda, Maometto e l'apocalisse ? : "Ho sette immagini di buddha, il profeta sulla lingua, undici angeli di misericordia sospirano sul buco nero" (nella liberatoria "Mary's palce...".)
"Waitin' a sunny day", dolcissima,  è forse la canzone più "ottimista" di un disco fatto di preghiere rock per nulla banali.  "Paradise", davvero toccante,  parla di un kamikaze : "prendo i fili , il plastico, e aspetto il paradiso...." , il tutto sottolineato da una musica splendidamente malinconica. "City of ruins" è magnifica , mistica e grintosa.
"The rising" è insomma un disco che ci mostra uno Springsteen capace di mettere in musica, storie, immagini, poesie. "Come on, rise up!"

Bruce Springsteen links, traduzione dei testi :

Sito numero 1 :Tutti i testi tradotti
 

Sito numero 2 : Il sito dei fans italiani
 

Sito numero 3 : Tutto su "The rising"
 

COLDPLAY: Secondo atto

Momento durissimo nella vita e nella carriera di ogni artista: dopo un esordio fulminante come quello di PARACHUTES, accolto ottimamente sia dalla critica che dal pubblico, per i COLDPLAY c'era molta attesa e i maligni sicuramente li attendevano alla prova del fatidico secondo album che ha stroncato più di una carriera sul nascere.
E invece con il nuovo disco i COLDPLAY hanno dimostrato di non essere un bluff e la maturità compositiva è evidente in questo "A RUSH OF BLOOD... " meno naive del precedente e, pur ricorrendo a qualche brano che riprende le atmosfere malinconiche e sognanti del disco d'esordio, questa volta i Coldplay tirano fuori una aggressività più tipicamente rock pur confermando la loro straordinaria capacità di costruire linee melodiche che ti si appiccicano in testa. Melodie sempre sporcate da quella malinconia che contraddistingue il songwriting del leader del gruppo.

E' sempre difficile parlare di dischi che ami...è un pò raccontare a qualcuno perchè ami un'altra persona...si tratta di emozioni, di chimica, non lo so...
Posso solo dire che i Coldplay sono uno dei migliori gruppi attualmente sulla scena inglese e sia Parachutes che quest'ultimo disco, non dovrebbero mancare in qualsiasi discoteca di chi ami la musica e di chi cerca dalla musica qualche emozione che resti al di là dei balletti estivi di ASEREJE e FESTIVAL. Per chi fosse interessato, su www.rockol.it è recensito il nuovo album dei Coldplay.
 

BREVISSIME: SAMUELE BERSANI, PETER GABRIEL, DAVID BOWIE...

II 27 Settembre esce "Che vita!", il meglio di Samuele Bersani, 3 brani inediti
e altri 15 Successi. L'album "Socio di Minoranza" slitterà a primavera 2003.

Un'altro disco da non perdere. Dopo un'attesa di oltre sei anni, il 20 settembre arriva finalmente "Up", il nuovo album di un grande della musica contemporanea: Peter Gabriel.

Altro consiglio:  l'edizione del 30° anniversario di "THE RISE AND FALL OF ZIGGI STARDUST AND THE SPIDERS FROM MARS" di DAVID BOWIE (ANNO DI GRAZIA 1972...MA SEMPRE SPLENDIDO E CONSIGLIATISSIMO... da quel disco è nato tutto ciò che da allora in poi è stato glamour, dandy, art rock, glam rock...)
 

Luglio 2002
di Marco Re "Rock 63"

In occasione delle vacanze estive, ecco una seria di appunti del nostro amico Marco...

BRUCE SPRINGSTEEN :

E' ormai imminente l'uscita del nuovo disco del "boss"("The rising"), il primo dopo tanti anni interamente registrato con la fantastica "E-street band". Quale occasione migliore per fare un viaggio all'indietro nella monumentale discografia di Bruce Springsteen? Ecco qualche spunto...

Nebraska (1982) è un disco totalmente acustico (chitarra+armonica) inciso nel piccolo studio domestico del Boss. Atmosfere sepolcrali e, in un certo senso, anticipa l'esperienza "The Ghost of Tom Joad".

Darkness on the edge of town (1978) è il disco di Springsteen che io amo sopra ogni altro...rabbioso...potente...epico...in una parola ROCK!
Uscì dopo che "Born to Run" album che  lo impose al pubblico mondiale segnando però anche un leggero compromesso con un rock più commerciale dopo le due rigorose prove d'esordio. "Darknes..." ritorna a un rock senza compromessi e snocciola una serie di brani uno più bello dell'altro. Forse è il mio preferito anche perchè è quello con cui ho conosciuto il Boss, forse perchè nei suoi dischi successivi non ho più ritrovato quell'impatto emotivo (anche se il doppio e monumentale "THE RIVER" ha parecchi bei momenti...) o forse perchè la troppa popolarità gli ha un poco nociuto...

A "Streets of Philadelphia" - pur bellissima -  ho preferito "Philadelphia" di Neil Young che gli contendeva l'oscar...
 

UN GRANDE RITORNO...DAVID BOWIE

Mi permetto di segnalarvi l'uscita - prevista per lunedi 10 giugno - del nuovo album di David Bowie "Heathen". Sul suo sito è possibile "assaggiare" tutto il disco che, a giudicare dai brevi frammenti ascoltabili, si preannuncia interessante e mai scontato come del resto ogni uscita discografica di Bowie.
Bowie è uno dei musicisti (e artisti) fondamentali nella storia del rock sia per il suo gusto per la ricerca (che lo ha portato a non fermarsi mai su una formula di successo ma a sperimentare continuamente sonorità e a spaziare tra i generi) sia per l'influenza che ha sempre avuto sulle giovani generazioni di musicisti. Caso forse più unico che raro di talento naturale che ha conosciuto in oltre 30 anni di carriera pochi scivoloni e che spesso ha sorpreso pubblico e critica con dischi sempre diversi come umori e atmosfere.
 

Lunezia 2002

Sono stati annunciati i nomi dei cantautori italiani big candidati al premio Lunezia 2002, che verrà assegnato la sera di sabato 20 luglio nel corso delle serate conclusive della manifestazione che si svolgeranno da giovedì 18 ad Aulla, in provincia di Massa Carrara La rosa dei candidati di quest'anno prevede:

Cristiano De André con l'album “Scaramante”,
Max Gazzé con l'album “Ognuno fa quello che gli pare?”
Francesco Renga con l'omonimo disco di debutto recentemente ripubblicato con l'aggiunta del singolo intitolato "Raccontami".

Già noti, invece, i nomi dei vincitori delle altre categorie del concorso:

Eugenio Finardi per il Premio alla Carriera,
Francesco Renga per il Premio della Critica
Carmen Consoli come “Autrice dell'anno”.
 

SAMUELE BERSANI e FRANCO BATTIATO

Inoltre vi segnalo l'imminente pubblicazione del nuovo album di SAMUELE BERSANI che dovrebbe intitolarsi "SOCIO DI MINORANZA" e per fine agosto l'uscita del secondo volume di cover per FRANCO BATTIATO dallo spiazzante titolo "FLEURS 3" (ma non vi siete persi il 2, non preoccupatevi...bizzarrie di autore;  Se il caldo e l'afa della pianura padana non ci annienterà il cervello ne riparleremo con calma...

Ivano Fossati, gli album preferiti da Marco "Rock 63"

"LA PIANTA DEL TE'"
"LINDBERGH: LETTERE DA SOTTO LA PIOGGIA"
"DISCANTO"
"LA DISCIPLINA DELLA TERRA"
"ANIME SALVE"(album con con Fabrizio De André)
 
 

Giugno 2002
di Marco Re "Rock 63"

Il ricordo di Jeff Buckley mi sembra dovuto poichè - nonostante il suo passaggio su questa terra sia stato troppo veloce - ha lasciato un segno indelebile; basta ascoltare (e lo consiglio vivamente) "Grace" per apprezzare la straordinaria voce e l'intensa carica emotiva che sprigionava la sua musica. Io ho avuto anche la fortuna di vederlo dal vivo al festival dell'Unità di Correggio e le emozioni di quella sera non le ho ancora dimenticate. E' semplicemente Musica...ma a volte rende più bella la nostra esistenza, la arricchisce...a volte la cambia.

Jeff Buckley...nel 5° anniversario dalla morte (29 mag 2002 ) FONTE: ROCKOL

Nella notte di cinque anni fa, erano le ore tra la fine del 29 maggio 1997 e l’inizio del 30, Jeff Buckley si tuffò nel Mississippi, per fare un bagno. Era vestito (di certo non la migliore condizione per nuotare), e fu probabilmente un’onda causata da un battello a farlo affogare. Il suo corpo venne ritrovato in un canale di Memphis il 4 giugno successivo. In questo modo tragico - ed anche un po’ stupido - finiva la vita di una delle stelle nascenti del rock: aveva appena 30 anni.Una figura di “bello e dannato”, come quel padre, Tim, che quasi non conobbe eppure al quale somigliava maledettamente.Jeff Buckley, mentre era in vita, pubblicò qualche singolo, un EP (“Live at Sin-è”) ed un album di bellezza cristallina, “Grace”: fu soprattutto quest’ultimo a farlo consacrare come la “next big thing” della musica, sospeso com’era tra brani eterei (la rilettura quasi mistica di “Hallelujah” di Leonard Cohen), rock tirati (“Eternal life”, dal titolo che sa di beffa, con il senno di poi) e ballate radicate nella migliore tradizione americana (“Lover you should’ve come over”).
Jeff non riuscì mai a dare un seguito a quell’album. Ci provò, eccome: a Memphis stava provando a registrare il secondo disco, dal titolo provvisorio di “My sweetheart the drunk”, per il quale aveva inizialmente convocato l’ex Television Tom Verlaine come produttore, salvo poi decidere che il lavoro era tutto da rifare.
Il disco venne pubblicato nel 1998, sotto il titolo di “Sketches for My sweetheart the drunk”, a cura della madre di Jeff, Mary Guilbert, che da allora ne cura gli interessi in modo quasi dittatoriale. Non entriamo nei dettagli di quell’operazione, né di quelle successive (due live, rispettivamente del 2000 e del 2001), perché criticabili come tutte le operazioni post-mortem. Basta vedere quello che è successo al catalogo di Jimi Hendrix. E, come il leggendario chitarrista, anche Buckley figlio è diventato un’icona, ancora più del padre, morto pure lui giovanissimo. Ora, ogni voce significativa che si affaccia sulla scena viene definita “il nuovo Jeff Buckley”. E’ davvero un peccato che Jeff non sia qua a far vedere che “il nuovo Jeff Buckley” era lui, e nessun altro. Hallelujah.  (29 mag 2002 ) FONTE: ROCKOL
 
 

3 CONSIGLI PER L'ESTATE :
"YOU ALL LOOK THE SAME TO ME" degli ARCHIVE , STARSAILOR , DAVID KITT.

Ho voglia di consigliare (e condividere con voi) 3 proposte di grande interesse: uno dei dischi + belli che abbia ascoltato negli ultimi tempi "YOU ALL LOOK THE SAME TO ME" degli ARCHIVE, magari non facilissimo da trovare ma, per chi ama la musica dalle venature malinconiche e dalle melodie che prendono il sopravvento sulle ritmiche e con lo spettro dei Pink Floyd (periodo Wish you were here - Animals) che esce allo scoperto fondendosi con i ritmi trip hop,assolutamente da non perdere.

Sabato scorso ho visto un concerto straordinario per carica emozionale e bravura (ovvero...quando un disco non è solo un prodotto di tecniche di incisione ma frutto di talento e ispirazione...e la prova del 9 l'hai solo quando quelle canzoni e quegli artisti li ascolti dal vivo) : STARSAILOR + DAVID KITT.
DAVI KITT è un cantautore irlandese 26enne, bravissimo soprattutto live...il primo disco uscito in italia si chiama "The Big Romance" e piacerà da impazzire a tutti coloro che,ad esempio, hanno amato White Ladder di David Grey.

Gli Starsailor...c'è molto del seme di Jeff Buckley...il loro esordio è stato uno dei dischi + belli dello scorso anno...quest'anno è ancora più bello... "LOVE IS HERE" è il titolo...anche questo un disco da non perdere.

P.S. Magari questa è anche la stagione giusta per riascoltare "Sotto il segno dei pesci" (in cassetta, dentro il walkman facendo un giro in bici per campagne o colli...wow)

piccola nota su...PETE YORN

P.Y. ha esordito lo scorso anno con MUSIC FOR THE MORNING AFTER ed è stato uno degli esordi più significativi e promettenti nell'ambito del rock d'autore americano, consigliato.
 

Maggio 2002

YO YO MUNDI "ALLA BELLEZZA DEI MARGINI" (MESCAL 2002)
di Marco di Re

Piemontesi, in attività dal 1994, con i loro "Percorsi di musica sghemba" sono arrivati alla collaborazione con Ivano Fossati nell'album  "L’impazienza" .
L'ultimo disco “ALLA BELLEZZA DEI MARGINI” (2002) offre il rigore delle poesie in musica e la consueta esplorazione di territori musicali sempre con un piede ben saldo nelle tipiche atmofere quasi folk delle feste di paese, dei balli nelle aie dei casolari delle campagne e un altro piede nella ricerca di atmosfere più rarefatte ma essenziali, precise nelle ritmiche.
Questo è il testo di uno dei brani del nuovo disco, si intitola "La casa del freddo".

"Il tempo lima feroce gli angoli della faccia / nella casa dei ricordi dondoli tra le mie braccia / il tempo passa veloce lasciando qualche traccia / nella casa del freddo tu / al caldo tra le mie braccia / Non devi avere paura di quello che succederà / ogni piccola paura vedrai che passerà / Non devi avere paura la vita ci sorprenderà / non avere timore, paura / Quando verranno a prenderci il cuore / ci troveranno insieme ad aspettare / gli occhi negli occhi, nessuna emozione / quando verranno non troveranno il sole / il tempo vola rapace agli angoli della bocca / nella casa dei germogli guai a chi ci tocca / il tempo passa veloce lasciando qualche traccia / nella casa del freddo tu / al caldo tra le mie braccia.

Un altro motivo di grande interesse: il disco esce a prezzo imposto Euro 15.45 ovvero meno di 30.000 delle vecchie lirette.
 

Il Piemonte negli ultimi 12 anni si è imposto all’attenzione degli appassionati di musica come una delle terre più prolifiche nel panorama nazionale. Ciò che più è importante non è solo una prolificità quantitativa ma, soprattutto, qualitativa. Da quella terra, infatti, sono arrivate le proposte musicali più interessanti degli ultimi anni. Da lì, da Acqui Terme (Alessandria) arrivano YO YO MUNDI.
Il loro esordio discografico è del 1994 con “La Diserzione degli Animali del Circo” album prodotto e inciso per il Consorzio Produttori Indipendenti a cui fanno capo i tosco-emiliani C.S.I.
Il disco oltre che contenere “fiabe tascabili e canzoni figlie di una provincia a volte malinconica, ma sicuramente mai doma”  vede, al fianco dei membri del gruppo, la partecipazione di nomi quali Andrea Chimenti, Gordon Gano (Violent Femmes), Michael Brook, Brian Ritchie per quello che è e rimane uno degli esordi più interessanti e significativi della nuova scena rock italiana.
Nel 1995 un altro progetto che si pone al di fuori dai sentieri solitamente percorsi dalle logiche commerciali e discografiche: un album interamente dal vivo (in presa diretta) che vede al fianco di YYM 13 ospiti (in prevalenza legati al Consorzio). In sprezzo a tutte le superstizioni “Bande Rumorose”  viene registrato venerdi 17 marzo 1995, contiene 17 canzoni suonate da 17 “musicanti” (tra cui  membri di CSI, Marlene Kuntz, Rosso Maltese, Corman & Tuscadù). Oltre alla esecuzione dei brani del loro album d’esordio, ricordiamo “Un giudice” di F. De Andrè, e parecchi brani nuovi tra cui vale la pena ricordare “ Chi ha Portato quei Fiori per Mara Cagol” il cui senso è ben chiarito dagli stessi YYM:      “Abbiamo scritto e cantato questa canzone, affinché non si possano dimenticare tutte le vittime – consapevoli e inconsapevoli – del terrorismo.”
L’anno dopo (1996) vede gli YYM approdare alla major Columbia / Sony per la quale incidono “Percorsi di musica sghemba”, così “raccontato”  dagli stessi autori: “ Queste canzoni sono nate tutte in un breve periodo di tempo. Da subito hanno generato un loro suono preciso con quel suono sono cresciute e di quel suono si sono invaghite. Suono degli anni novanta: scolpito nel caos, generato dal caos, indispensabile per il caos.
Ogni canzone è diventata il suono desiderato e le parole di ogni canzone hanno il suono del desiderio. “
Sempre prodotto da Giorgio Canali dei CSI, anche “Percorsi di musica sghemba” vede la partecipazione di ospiti importanti come Trey Gunn (King Crimson), Guy Kyser ( Thin White Rope) e Marc Simon dei Norman & Tuscadù, a testimonianza, ancora una volta,  del prestigio sempre crescente  che Yo Yo Mundi stanno conquistando negli ambiti dell’alternative rock.

Con “Percorsi di musica sghemba” si chiude, idealmente, una sorta di trilogia che lascia anche spazio a un periodo di pausa e di riflessione. Il nuovo disco infatti uscirà solo nel 1999 e con “L’impazienza” si inaugura la collaborazione con Beppe Quirici produttore e collaboratore storico di Ivano Fossati e con lo stesso Ivano che scrive per gli YYM il brano “Il sud e il nord” oltre che suonare il pianoforte in un altro brano. Il disco è dedicato “ a Marta Russo, Eduardo Galeano, Maria Soledad ed i suoi compagni per la verità, per ricordare e non dimenticare; è dedicato anche a coloro che non hanno abbastanza, a chi è abbandonato, a chi adotta un bimbo, un sogno, un animale anche a distanza, a chi si batte per la LAV, ai nostri occhi quando guardano oltre, ai nostri pensieri quando si muovono, ed infine è dedicato a tutti i bambini che cambieranno in meglio questo mondo”.

Nel 2001 esce per  “Il Manifesto”,  “Sciopero” : le musiche di "Sciopero" sono un cospicuo estratto di un’opera più ampia di sonorizzazione ispirata al film Sciopero (1925) del grande regista sovietico Sergej M. Ejzenstejn che gli Yo Yo Mundi hanno curato e realizzato per il Festival Internazionale di Cinema Muto Musica delle Ombre.

RECENSIONE DI FRANZ CORIASCO (FAMIGLIA CRISTIANA 16/05/2002)

 “ALLA BELLEZZA DEI MARGINI” (2002)

Di tanto in tanto (meno di quel che si vorrebbe, ma più di quanto ci si attenderebbe) arrivano dischi che paiono piccoli miracoli. Il sesto album di questo gruppo di Acqui Terme (Alessandria) appartiene in pieno a codesta specie, ed è sempre una bella cosa constatare che anche qui in Italia ci sia ancora qualcuno capace di comunicare cultura ed emozioni, e altrettanti disposti a scommetterci su, pubblicando dischi tanto lontani dalle convenzioni correnti. L’album è la summa di otto anni di sudori sui tortuosi sentieri di un rock realmente alternativo, parente stretto non solo con la canzone d’autore di più alto profilo, ma anche con la poesia schietta e orgogliosamente provinciale dei Fenoglio e dei Pavese, guarda caso, piemontesi come loro.
Un pugno di nuove canzoni tanto coraggiose quanto ispirate: colte senza essere elitarie, avvincienti nella loro imprevedibilità, ma soprattutto profonde, di quella profondità che è sinonimo di intelligenza e poesia del cuore. Perché dentro ci troverete Vita, Verità e Passione: ovvero le materie prime di tutto ciò che ambisce a essere definito Arte.
 

Marzo 2002

ROBERTO VECCHIONI - IL LANCIATORE DI COLTELLI"
di Marco Re

Mi permetto di consigliare il nuovo album di Roberto Vecchioni "Il lanciatore di coltelli" prodotto dal mitico Mauro Pagani: il prof. anche stavolta, pur non eguagliando lo straordinario "Sogna ragazzo Sogna", ci regala 10 momenti straordinari e altrettante occasioni di riflessione, ora poetica, ora ironica sui mali della contemporaneità: il problema israelo-palestinese (Shalom), la situazione politica italiana (Il mago di Oz), l'essere adolescenti oggi (Figlio Figlio Figlio), il rapporto uomo-Dio (Ma che razza di Dio c'è nel cielo), il rapporto con la morte (La viola d'inverno), ecc.
A chi interessa consiglio anche una visita al sito www.vecchioni.itanche solo per leggere i testi di questo ultimo lavoro del grande cantautore milanese.

SU SAMARCANDA E ALTRE STORIE...

"Samarcanda" fu un grosso successo commerciale, forse il primo che fece conoscere al grande pubblico il "professore". Per la sua orecchiabilità (oh oh cavallo oh oh cavallo oh oh...) e per l'esoticità dell'arrangiamneto musicale conquistò il pubblico ma, a mio avviso, Vecchioni ha fatto molto di meglio.
O meglio..."Samarcanda" è solo una piccola parte del complesso universo poetico e musicale di Vecchioni. Per conoscerlo meglio con un solo disco conoscerlo, posso consigliare uno dei due live - entrambi di ottimo livello qualitativo: "Camper" e, soprattutto, "Canzoni e Cicogne" che è impreziosita da un intervento della poetessa Alda Merini (vi recita una poesia da far venire i brividi...come coda al brano che Vecchioni le dedicò nel 2000) e da due inediti: uno dedicato alla amatissima moglie e l'altro a Van Gogh (cover di una canzone del cantautore americano Don Mac Lean, quello di "American Pie" resa famosa qualche anno fa da Madonna).

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