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torna allo speciale su Neil YoungNeil Young: finalmente ripubblicati 4 classici della sua discografia
di Marco Re "Rock 63"
Come accennavo in altro intervento, questo terribile, caldissimo, soffocante agosto 2003 ha portato a molti fans del mitico Neil Young una grossissima novità: più volte annunciati nel corso degli anni e più volte rimandati e poi cancellati, sono finalmente apparsi nei negozi dalla metà del mese 4 dei 6 album del cantautore canadese che fino ad ora non erano mai stati pubblicati su CD. Il motivo per cui un autore di tale grandezza e fama avesse fino ad ora deciso di non rendere disponibile al pubblico ben sei album della sua ormai importante discografia non è dato a sapersi: sappiamo del poco amore che Neil Young nutre verso il CD come supporto, sappiamo del suo carattere bizzoso e pignolo, sappiamo dei suoi tanti progetti partoriti e poi abortiti (come la pubblicazione di una serie di CD contenenti i suoi ARCHIVES, anche questi più volte annunciati ma poi mai pubblicati e che oggi dovrebbero aver raggiunto la impressionante mole di quasi 20 cd di materiali inediti nell’arco della ultratrentennale carrira del canadese).
Ma sappiamo anche che i famosi MISSING SIX (come li hanno sempre chiamati i fans) sono dischi che, guarda caso, furono pubblicati in alcuni dei periodi più bui nella vita di Neil Young. Forse deve essere scattato un meccanismo molto più semplice di quanto si pensi: ognuno di noi guarda con pudore – se non a volte cercando di rimuovere – tutto ciò che ci ricorda o ci riporta ai periodi brutti della nostra vita. Forse lo ha fatto pure Neil Young: per anni ha cercato di rimuovere, quasi disconoscendoli, quei dischi che lo riportavano ad alcuni dei periodi peggiori della sua esperienza di uomo e di artista.
ON THE BEACH , uscito nel 1974, è uno di quei dischi che inspiegabilmente sono rimasti inaccessibili fino ad oggi: è infatti , anche riascoltato oggi, un capolavoro assoluto e forse uno dei migliori dischi di tutta la discografia del Canadese.
Dopo i fasti del successo con CSN&Y e con i suoi famosissimi primi album (soprattutto l’immenso successo che ottennero AFTER THE GOLD RUSH e HARVEST) Young entra in crisi come uomo e come artista e complice la morte per droga di alcuni carissimi amici comincia ad esplorare il lato buio del successo e della vita e si dedica ad una meticolosa opera di distruzione del suo stesso mito fino a partorire uno dei capolavori del rock più sofferti e disperati che si ricordino, quel TONIGHT’S THE NIGHT che la casa discografica in un primo momento gli rifiutò e che poi venne pubblicato due anni dopo, nel 1975. ON THE BEACH pur venendo cronologicamente prima di TONIGHT’S THE NIGHT è stato composto dopo ed è per questo che risulta anomala la sua collocazione nella discografia younghiana: è anch’esso un disco pieno di malinconia e disperazione anche se deboli raggi di luce arrivano a rischiarare la profonda notte della depressione e del dolore. La stessa immagine di copertina – Young di spalle sulla spiaggia che contempla immobile e assorto il mare e l’orizzonte – la dice lunga sul carattere introspettivo di questo disco dai testi particolarmente ermetici e dalla musicalità quasi liquida (musicalmente è uno dei dischi più affascinanti e atipici del primo Young). A testimonianza di come le cose belle rimangano nel tempo ed anzi crescano, ON THE BEACH a quasi trent’anni dalla sua prima pubblicazione, rimane un disco bellissimo e un tassello fondamentale per conoscere Young
AMERICAN STARS’N’BARS, uscito nel 1977 doveva essere, nel progetto originale, un disco fatto di ballate un po’ ubriache e sguaiate, secondo la formula archetipica delle canzoni da saloon o da pub, concetto ben riassunto da una immagine di copertina che più eloquente non potrebbe essere. Il progetto, come molti nella carriera del nostro, verrà portato a compimento solo in parte. Nel frattempo il periodo buio di metà anni settanta sembra superato come testimoniano la pubblicazione del solare (e bellissimo) ZUMA nel 1975 e l’amicizia ritrovata con Stephen Stills con il quale firmerà (il non eccelso) LONG MAY YOU RUN (1976) ma proprio in questi anni avviene la separazione dalla prima moglie e l’inizio di un periodo un po’ tormentato nella vita sentimentale di Young. AMERICAN STARS’N’BARS è di fatto un disco non completo poiché solo in parte figlio del progetto originario: infatti Young ricorrerà a composizioni risalenti ad alcuni anni prima per completare il disco. Cosi facendo ci fa però un enorme regalo: la splendida, travolgente LIKE A HURRICANE (uno dei più bei pezzi rock della storia, a modesto parere di chi scrive, e in grado di dare i brividi ogni volta che lo si ascolta) e WILL TO LOVE, ballata acustica di disarmante bellezza, sono infatti su questo disco e sono tra le composizioni più belle in assoluto del canadese.
HAWKS AND DOVES, uscito nel 1980, è anch’esso figlio di un’idea unitaria poi non realizzata compiutamente e realizzato ricorrendo a composizioni rimaste inedite e ripescate negli immensi archivi del cantautore. Il disco doveva essere un disco dai contenuti fortemente politici e di critica verso la politica reaganiana nei confronti della quale lo stesso Young aveva assunto posizioni ambivalenti e non sempre chiare. Musicalmente e stilisticamente doveva essere un disco di country- rock influenzato dalle musiche del Sud degli States per tracciare uno sguardo sull’ America che si affacciava agli anni Ottanta. Alla fine il successore del capolavoro RUST NEVER SLEEPS (1979) sarà un disco un po’ disomogeneo ma non privo di fascino: infatti la seconda facciata (oggi dobbiamo dire la seconda parte) del disco conteneva le canzoni figlie dell’idea ispiratrice del progetto originario, mentre la prima parte sono brani prevalentemente acustici scelti dagli archivi e risalenti a diversi anni precedenti. E qui Young infila un capolavoro dietro l’altro tanto che più volte a molti fan è venuta la curiosità di sapere cosa ci sia nei nutriti cassetti del nostro poiché ogni volta pare lasciare nei cassetti canzoni di una bellezza rara…
RE-AC-TOR , uscito nel 1981, è universalmente considerato come uno dei dischi meno riusciti di Neil Young e apre (già le avvisaglie c’erano con il disco precedente) un altro dei periodi bui per il cantautore: ma il motivo è quanto di più triste si possa immaginare e in parte aveva influito negativamente anche sul progetto parzialmente riuscito di “Hawks and Doves”. Sul finire degli anni settanta Young aveva infatti sposato Pegi dalla quale aveva avuto un figlio nato con una grave cerebropatia e l’arrivo di un secondo figlio anch’esso afflitto dalla stessa patologia, getteranno Young nella disperazione più nera che sfocerà nella rabbia di RE-AC-TOR. Richiamati i suoi fidi CRAZY HORSE (il gruppo che lo accompagna da una vita) in pochi giorni scrive e incide un disco elettrico, sporco, duro e al limite dell’hard rock in cui pare riversare tutta la sua rabbia e il suo furore.Testi quasi minimali e tutto pare impostato su una sorta di coazione a ripetere sia per quanto riguarda le strofe (in un brano di quasi 10 minuti ripete come un mantra le stesse parole ossessivamente) che spesso sono pronunciate balbettando e in maniera sillabata sia per quanto riguarda le note che si ripetono quasi in un loop di feedback elettrici. Metafora della difficoltà a comunicare con i propri figli, tema che poi esplorerà in maniera ancora più provocatoria e disperata in un successivo album, ed esplorazione della rabbia, RE-AC-TOR trova un senso compiuto nella frase latina che Young appone sul retro della copertina
“Deus, dona mihi serenitatem accipere res quae non possum mutare, fortitudinem mutare quae possum atque sapientiam differentia cognoscere”
come a dire che di fronte al dolore e alle prove della vita non rimane altro, in fondo, che rivolgere una preghiera all’Altissimo, che ci aiuti ad “accettare ciò che non è possibile cambiare” ma senza perdere la forza di adoperarsi ai cambiamenti laddove è possibile nella umile accettazione del limite umano.
E allora se i dischi sono fatti anche di dettagli come le cover e tutto ciò che vi è scritto sopra, anche RE-AC-TOR acquista un senso nuovo se lo si legge partendo proprio da questa preghiera.
Concludo con il ricordare a tutti che i 4 dischi sono stati commercializzati direttamente in linea economica e, pertanto, possono essere vostri a partire da una somma di 10 euro.
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