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di Marco Re "Rock 63"
THE DARK SIDE OF THE MOON
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Parlare di “THE DARK SIDE OF THE MOON” significa parlare dei Pink Floyd e di un disco che a tutt’oggi ha venduto qualcosa come 30.000.000 di copie in tutto il modo, significa ripercorrere un pezzo della storia del rock inglese in una delle sue più fervide e creative stagioni.
THE DARK SIDE OF THE MOON, ottavo disco dei Pink Floyd, uscì il 24 marzo 1973 e quest'anno (2003, ndr) si celebrerà il 30° anniversario dall’uscita di questo “monumento” del rock anni Settanta;
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la casa discografica ha diffuso già da qualche tempo il seguente comunicato stampa :
“Il 24 Marzo 2003, la EMI Records è lieta di annunciare la pubblicazione di ‘The Dark Side Of The Moon’ dei Pink Floyd su formato Super Audio CD (SACD), per commemorare il 30° anniversario dalla sua prima edizione.Questo costituisce la prima registrazione seminale dei Pink Floyd presentato interamente in 5.1 surround sound . ‘The dark Side Of The Moon’ ebbe un impatto fenomenale sin dalla prima pubblicazione il 24 Marzo 1973.Universalmente riconosciuto come uno dei più grandi album rock britannici di tutti i tempi, ‘The Dark Side Of The Moon’ rimaneun disco assolutamente straordinario, confermato anche dal fatto che ha venduto ad oggi, in tutto il mondo, la sbalorditiva cifra di più di 30 milioni di copie .
Per produrre il primo 5.1 surround sound mix di ‘The Dark Side Of The Moon’, l’originario produttore/ingegnere dei Pink Floyd James Guthrie ha utilizzato i nastri a 16 piste delle registrazioni originali, rimasterizzando ogni brano usando sofisticatissime apparecchiature elettroniche prima del trasferimento definitivo su SACD. I risultati sono assolutamente impressionanti e riportano fedelmente l’incantevole atmosfera delle originali registrazioni analogiche e allo stesso tempo mantengono fedelmente la piena dinamicità evocativa dell’intricata stratificazione della musica dei Pink Floyd.
L’ascoltatore avrà la possibilità di scegliere tra i due strati del disco . Il primo “strato”contiene le tracce dell’album leggibili su normale lettore CD. Il secondo include una versione stereo ad altissima risoluzione, più un 5.1 surround sound mix leggibile su SACD e su lettore DVD compatibile. Entrambi gli strati impiegano il SACD’s Direct Stream Digital (DSD), processo di una codificazione che campiona la musica 64 volte più velocemente del CD per una qualità senza precedenti. La pubblicazione per il 30° anniversario di “The Dark Side Of The Moon” sarà presentata con un nuovo prisma sull’artwork , prodotto dall’artista creatore della cover originale nonchè rinomato disegnatore grafico, Storm Thorgerson.”
LA STORIA DEI PINK FLOYD E DI "THE DARK SIDE OF THE MOON"
di Marco Re "Rock 63" scrivi a Marco
I Pink Floyd nascono a Londra nel 1965 e, come spesso accade, sono tre amici che frequentano il locale politecnico che cominciano a suonare per divertimento le covers dei classici del R&B (il nome del gruppo deriva infatti dalla fusione dei cognomi di due bluesmen). L’incontro tra Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright con il cantante e chitarrista Syd Barrett sarà determinante per il salto di qualità da cover band a gruppo che comincia a sperimentare e a creare una propria musica. Questa musica sarà profondamente marcata dalle “visioni” di Syd, bello e maledetto, emotivamente e psicologicamente instabile al punto tale da essere preda di turbe psichiche che, di li a poco, lo costringeranno ad abbandonare il mondo della musica e a rinchiudersi per sempre nel suo “guscio di follia” che lo isolerà anche dal mondo degli uomini. Ma nel frattempo c’è spazio per qualche 45 giri e per un album, il primo, “The Piper At The Gates Of Dawn”(1967) che per fans più ortodossi della prima ora, rimane a tutt’oggi il loro insuperato e insuperabile capolavoro, frutto delle allucinazioni sonore e liriche di Barrett, che portavano alle estreme conseguenze le anticipazioni psichedeliche beatlesiane e che, anche dall’altra parte dell’oceano, stavano rivoluzionando il corso della musica rock.
Il secondo album “A Saucerful of Secrets”(1968) vede l’entrata del chitarrista David Gilmour, chiamato nel non facile ruolo di sostituire l’amico Barrett (erano amici sin dall’adolescenza) sempre più perso nei labirinti della propria malattia.
Con l’ingresso di Gilmour, la musica dei Pink Floyd diventa una esplorazione a 360° gradi sulle possibilità offerte dall’impiego delle più avanzate tecnologie di diffusione del suono e della luce in simbiosi con la musica che si va facendo sempre più onirica, dilatata, quasi sinfonica e non poteva non attirare anche il mondo del cinema: nel 1969 pubblicano infatti la colonna sonora del film “More”, lavorano ad alcuni brani per la colonna sonora del film di Michelangelo Antonioni "Zabriskie Point” , che uscirà l’anno successivo, e al monumentale doppio “Ummagumma”, forse il loro disco più sperimentale e complesso (parte dal vivo e parte in studio).
Ma sarà con “Atom Heart Mother” (1970) – il famoso disco con la mucca in copertina e “Meddle”(1971) che i Pink Floyd arriveranno al successo internazionale ed entreranno nel cuore di “tutti gli sballati” d’Europa e d’America.
Il 1972 li vede ancora una volta al lavoro per la colonna sonora del film di Schroeder
“La Vallee” (il disco si chiamerà “Oscured by Clouds”) ma è anche l’anno che porta i primi semi di quello che sarà “THE DARK SIDE OF THE MOON”. Infatti il 17 febbraio 1972 è per i fans dei Pink una data storica: quella sera al Rainbow Theatre di Londra i Floyd eseguono dal vivo per la prima volta una lunga suite dal titolo ECLIPSE, fino ad allora inedita. Quel concerto fu accolto da ovazioni del pubblico e da grande interesse da parte della critica che si era dimostrata entusiasta verso il nuovo materiale proposto. Si racconta che il lavoro di composizione di DARK SIDE OF THE MOON fu relativamente veloce e che a casa del batterista Mason – in cucina, per essere precisi - venne ai Floyd l’idea di “costruire” un concept – album sugli stress e le tensioni che governano le vite degli uomini. In un secondo momento Waters mise ulteriormente a fuoco questa idea focalizzando l’attenzione sulle modalità di comportamento che ognuno di noi attua rispetto alle cose che “ci fanno impazzire”.
Le registrazioni del disco si svolsero tra il giugno 1972 e il gennaio 1973 presso i mitici Abbey Road Studios a Londra (qui sono nati molti capolavori dei Beatles) e determinante si rivelò l’apporto tecnico offerto dall’ingegnere del suono Alan Parsons (che grazie al suo lavoro su questo disco diverrà famoso a sua volta fondando un progetto musicale a proprio nome, The Alan Parsons Project).
Questo disco segna una svolta, non solo commerciale, ma anche musicale nel percorso dei Floyd: un sound più accessibile e immediato che, pur tralasciando le radicali sperimentazioni sonore dei primi dischi, non rinuncia a stupire continuamente l’orecchio dell’ascoltatore con effetti sonori e avvolgenti. D’altra parte questi 40 minuti di musica non vanno raccontati ma ascoltati, magari al buio di una stanza (o con una buona e “giusta” illuminazione, diciamo un po’ psichedelica…), magari in cuffia…
E chi dimentica l’inizio del disco…”Speak to Me”…quel silenzio prolungato dal quale emerge a poco a poco il battito cardiaco e quei rumori di fondo (orologi, registratori di cassa) da cui si leva piano e poi sempre più terribile quella risata beffarda e quell’urlo femminile che esplode poi nella liquidità sonora di “Breathe” ("corri coniglietto, corri, scava quel buco, dimentica il sole, e quando alla fine avrai completato il lavoro, non ti sedere perché è ora di scavarne un altro e così finché avrai vita e volerai in alto") e, come da tradizione del più puro progressive rock, la dolcezza del brano viene spezzata da bordate e sciabolate di effetti sonori che viaggiano dal canale destro a quello sinistro (On The Run).
E gli orologi impazziti che danno l’attacco a “Time” (uno degli incipit più straordinari nella storia del rock)?
Come dimenticare poi l’inizio della seconda facciata (o seconda parte – nell’era dei cd), il rumore delle monetine che scendono nel cassetto di una slot-machine a dare l’attacco alla notissima “Money”! E la dolcezza della straordinaria “Us And Them” ?
LA COPERTINA: "IL PRISMA E IL BATTITO"
Infine: “Dark side of the Moon” è stato consecutivamente nelle classifiche di vendita americane per 591 settimane , uscendo definitivamente dalla Top200 dopo 724 settimane.
La prima edizione del disco (LP) conteneva due poster e due adesivi e la celebre copertina (il prisma che scompone i colori del raggio di luce) ha la sua storia: furono sette i bozzetti che lo studio Hipgnosis sottopose ai Pink durante un ordinario incontro presso lo studio di registrazione. I bozzetti vennero appesi al muro e dopo averli velocemente guardati i membri del gruppo si guardarono tra di loro e all’unisono, indicando il prisma, dissero “Quello!”. L’idea del prisma venne al grafico dello studio Hipgnosis a seguito di alcune conversazioni con Roger Waters e Rick Wright :”… Roger parlò dello stato di grande pressione che sentiva durante i tour, della follia insita nell’ambizione…e il triangolo è il simbolo dell’ambizione. Rick voleva una immagine più grafica, meno pittorica e più stilizzata. I “lighting show” dei Floyd durante i concerti erano ormai cosa celebre e quasi un marchio di fabbrica per il gruppo e il prisma sembrava una buona idea per fare riferimento a questo aspetto del lavoro dei Pink Floyd e, allo stesso tempo, si prestava per una immagine “più grafica”. A nessuno interessavano immagini di lune. A Roger venne l’idea di unire l’immagine della frequenza del battito cardiaco al design nella busta interna del disco. Poi in senso lato una rappresentazione fisica del triangolo è la Piramide che forse potrebbe essere vista come una sorta di “testamento della follia”.
Marco Re "Rock 63"
Questo articolo appartiene al suo autore: Marco Re "Rock 63": per informazioni
PER SAPERNE DI PIU' SUI PINK FLOYD...
http://www.pink-floyd.it/
http://digilander.libero.it/wrightside/pinkfloyd.htm
di Giuseppe Pugliese (Cerignola-Foggia)
scrivi a Giuseppe!
La musica dei Pink Floyd è qualcosa di difficile da spiegare, è un’atmosfera unica; qualcosa che sfugge alla comprensione , ma che riesce a sprigionare intense emozioni…è un fluido che avvolge e trasporta via, verso mete misteriose…
Apparentemente può sembrare una musica solo esteriore, arricchita da un’intensa potenza di luci, fine a se stessa, ma non è così, ci sono momenti di una dolcezza sublime. Ad esempio la canzone TIME, un vero e proprio manifesto dell’ansia dell’uomo occidentale che ha paura del tempo che inesorabile scorre, della morte…Un’amara filosofia accompagnata da una musica profonda che, se ascoltata in un pomeriggio d’autunno (il momento più struggente dell’anno), raggiunge delle vette di “melanconia dolce” difficilmente raggiungibili.
Al primo impatto questa musica può apparire un po’ difficile, ma alla lunga si riesce a capire il senso e si comincia ad avere impresse nella memoria certe note indimenticabili.
E’ una musica da ascoltare da soli, magari in un pomeriggio di pioggia, ad alto volume per poter apprezzare le minime sfumature. La chitarra di David Gilmour raggiunge vertici artistici notevoli, con uno stile inconfondibile ed unico riesce a far vibrare le più nascoste corde del cuore.
Sicuramente ci sono, o ci sono stati, cantanti che hanno composto delle canzoni più belle, magari con melodie più dirette (i BEATLES, THE DOORS,…), ma nessuno, credo , è riuscito a prendere il cuore dei fans e a far sprigionare tante sensazioni quanto i Pink Floyd.
Per concludere penso che la musica di questa rock band inglese non sia solo un insieme di note (e che note!), ma un vero stato d’animo, e forse la colonna sonora della Vita…
E la storia dei Pink Floyd, non è solo una cronologia fredda ma è la storia di un’evoluzione musicale che continua a commuovere milioni di persone che chiedono dalla Musica risposte profonde…
Giuseppe Pugliese
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NEL 1973 SUCCEDEVA ANCHE QUESTO...
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I Pink Floyd "piazzano" al 1° posto nelle classifiche Inglesi e Americane "The Dark Side Of The Moon": in America diventa in breve tempo disco d'oro. Al London Rainbow Theatre si esibiscono in due concerti insieme ai Soft Machine: il ricavato sarà devoluto a Robert Wyatt, batterista e cantante dei Soft Machine, che qualche mese prima era rimasto paralizzato a seguito di una caduta da una finestra durante un party.
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