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LE CURIOSITA' E GLI  ANEDDOTI
a cura di Stefano "Solegemello"
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"IDOLON" : IL ROMANZO INCOMPIUTO di Antonello Venditti
ringrazio Marco RE  "Rock 63", per avermi fornito materiale su questa notizia.

di Stefano "Solegemello"

Antonello avrebbe scritto tra il 1976 e 1978 una sorta di romanzo dal titolo "Idolon".
Le fonti di questa notizia sono varie; secondo una prima versione (Carlo Massarini, "Rolling Stone" - edizione italiana 12-25 Aprile 1980), lo scritto è una specie di colossal a metà fra "Ben Hur" e i cantautori destinato a diventare uno spettacolo teatrale o un film ; secondo altra versione (Tutto Agosto 1978- n. 14) sarebbe invece un romanzo di fantascienza che narra le avventura di un cantautore nei secoli futuri.  Infine nell'intervista rilasciata a Enzo Caffarelli per "Music" (Anno 3 n. 28 Giugno 1981) il romanzo viene citato con il titolo di  "Idolo" e Venditti dichiara che probabilmente il romanzo non vedrà mai una conclusione.  

"LILLY E PALALIDO"...
tratto dall'intervista  "Basta America torno a Roma", 1979

di Mario Luzzatto Fegiz

"Chiedo a Venditti di ricordarmi due episodi assai significativi per comprendere il suo carattere. Entrambi accaddero a Milano. Il primo successe durante un’estate.
Venditti doveva tenere un recital al Castello Sforzesco. Ma alle prime note cominciò a cadere una pioggia torrenziale. Il pianoforte fu allora caricato su un camion e portato al Piccolo Teatro, a qualche centinaio di metri. Il pubblico intanto si spostava verso la nuova sede del concerto. Ma, sorpresa, non si riusciva  afr entrare il pianoforte a mezza coda sul palcoscenico(piccolo) del Piccolo Teatro. E così il pianoforte fu sistemato nel foyer, dove presente la deliziosa moglie Simonetta Izzo, Venditti tenne senza porsi troppi problemi un applauditissimo recital. Niente sedie, tutti in piedi. (Commento di Venditti: “Che bello, che gioia sentirsi il pubblico vicino, appoggiato al pianoforte. Che emozione, che risate, che casino” )
Secondo episodio: è la sera del 30 Novembre 1976. Poco tempo prima alcuni autonomi hanno contestato e processato Francesco de Gregori. Venditti ama Francesco come un fratello e decide, a modo suo, di vendicarlo. Contro il parewre di tutti decide di tenere un concerto nello stesso Palalido. Ha una paura ladra.
“Me la facevo sotto. Letteralmente. Ma avevo deciso che dovevo farlo. L’organizzazione fu affidata a Radio Canale 96. Ai circoli giovanili furono concessi biglietti a 700 lire . Ciò nonostante disturbarono il concerto. Io mi confrontai con loro, gridai più di loro. A un certo punto dovetti interrompermi.
Certo-continua Venditti- poi dormii per due giorni. Ma intanto avevo cantato, suonato, alla faccia dei casinari”

 

VENDITTI SCRISSE LA STORIA DI UN DETENUTO
tratto da WWW.MUSICAITALIANA.COM

Antonello Venditti scrisse la storia di un detenuto rinchiuso nel carcere minorile di Casal del Marmo che non e' mai diventata un disco. ''Feci un provino - ha detto il cantautore romano al termine del suo incontro con le detenute del carcere femminile di Rebibbia - ma non la incisi''. Ad ispirare la canzone fu una giornata trascorsa da Venditti nel carcere minorile romano. Venditti ha spiegato che in quell' occasione, come di consueto, non canto', ma passo' il tempo a giocare a biliardino e a parlare, e conobbe questo ragazzo. ''Mi resi conto che non sarebbe andato lontano - ha raccontato - e glielo dissi e, al termine dell'incontro, avvisai anche il direttore del carcere. Qualche tempo dopo il giovane usci' e fu ucciso di fronte ad una banca durante una rapina. Scrissi la canzone, ne feci un provino ma non la incisi mai''.
Venditti ha, infine, ricordato di aver fatto visite frequenti in carcere anche se oggi e' stata la prima volta che ha cantato. Krees Di Carlo - 21 settembre 2000
 

"SOTTO IL SEGNO DEI PESCI", "BUONA DOMENICA", "SARA"
di Stefano "Solegemello"

"Sotto il segno dei pesci" e "Buona Domenica" (gli album) sono stati composti in un'abitazione vicino a Roma. Il "luogo creativo" era costituito da una  "stanza tutta azzurra" con un pianoforte verticale (lo storico piano con cui furono composte "Roma capoccia" e "Sora Rosa" , proveniente da Via Zara, la casa natale). In quegli anni Antonello aveva vissuto a stretto contatto con la famiglia della moglie, per esempio con le giovani sorelle di lei. In questi 2 album troviamo molto di quell'ambiente: le problematiche adolescenziali del brano "Buona Domenica", la complessa figura femminile del brano "Giulia", "Sara", nome dietro al quale si celerebbe una compagna di scuola di Simona Izzo. In "Buona domenica" troviamo anche canzoni amare che preannunciano la crisi sentimentale : "Donna in bottiglia".

fonte: (Carlo Massarini, "Rolling Stone" - edizione italiana 12-25 Aprile 1980)

Mi sono ispirato alle storie di due amici
<<L'8 marzo 1978, giorno del mio 29° compleanno, uscì "Sotto il segno dei pesci", fotografia di una generazione di giovani spaesata, senza certezze, in un momento caratterizzato da grandi tensioni sociali>>. Tensioni che si sarebbero aggravate improvvisamente. Continua Antonello Venditti (57 anni): <<La canzone diventò la colonna sonora di un tragico momento storico. Otto giorni dopo, le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro e sarebbero esplose tutte le contraddizioni di questo Paese: molte erano le stesse presenti nei ragazzi descritti nel testo. Persone non di fantasia: Giovanni Ubaldi era un ingegnere senza lavoro che diede vita a una delle prime radio libere, Marina Calamita era un'insegnante costretta a trasferirsi pur di poter insegnare. Ma era e rimane un inno di speranza>>. "Sotto il segno dei pesci" arrivò al 1° posto in classifica il 17 giugno e l'album omonimo vendette 700 mila copie.
Paolo Grugni (tv sorrisi e canzoni, agosto 2006)


"FELLINI" E FESTA DELL'UNITA'  di MARCO Re, "Rock 63"

Festival dell'Unità a Modena. Tournee di "Sotto la pioggia". Il concerto ormai è finito. Il pubblico entusiasta lo acclama mentre le luci vengono accese sul prato. Antonello timidamente esce accolto dagli applausi e, da solo al piano, esegue alcune canzoni. Poi attacca dal nuovo album "Fellini"...una versione piano e voce di una intensità straordinaria, c'è molta commozione nella voce e nel canto di Antonello. Troppa. Ad un tratto si paralizza e gli occhi si inumidiscono. La voce rimane imprigionata nella gola. Le mani immobili sulla tastiera. Antonello chiede scusa e corre via. Il concerto è finito.
Dopo mezz'ora, ormai la gente è sfollata, Antonello si aggira nel prato di fianco al palco: mi sembra ancora visibilmente commosso ed emozionato. Anche questa volta riesco ad avvicinarlo e a scambiare qualche battuta con lui. Mi chiede una sigaretta, un pò deluso per non aver trovato una delle sue amatissime Marlboro, che però prontamente individua tra le labbra di mia sorella. Snobba la mia Camel e chiede la Marlboro a Patrizia. Quasi con pudore accoglie i nostri complimenti, le nostre testimonianze di affetto. Grazie Antonello: sono passati quasi vent'anni ma le emozioni di quella sera sono ancora vive. Fu quella la tournee in cui iniziò un approccio al pubblico e al concerto diverso dal passato: un pizzico di spettacolo in più...i fumi, le luci e quei due stukas di cartapesta ai lati del palco che ogni tanto simulavano il decollo



LA LETTERA SCRITTA DA ANTONELLO (nel 1996) PER LA CITTA' DI NAPOLI 
(letta prima del concerto in Piazza Plebiscito da Gianni Minà)


Grazie Napoli
Grazie perchè ci sei, bella, fiera, fisica,
non in cartolina
grazie per la tua forza, la tua energia,
la tua voglia di vivere
grazie per la tua speranza, il tuo modo antico,
e tenace di pensare al 2000
grazie perchè sei diversa, non banale,
così italiana come sono io
grazie per le tue lacrime e le tue risate
urlate in faccia come uno schiaffo al cielo
grazie per la tua umanità piena di sfrontatezza
e di mistero
grazie per le tue voci e i tuoi fantasmi,
per le tue canzoni, la tua musica, la tua fantasia
grazie per il tuo diritto di esistere
a dispetto dei re e col favore dei santi
grazie per il tuo dovere, per il tuo istinto
per il tuo infinito orgoglio di esserci
grande, quando ci devi essere
grazie per Eduardo, Peppino, Antonio, Pino,
Massimo e tanti altri 1000 nomi sconosciuti
che ti hanno fatta Napoli
grazie per la tua grande Piazza Plebiscito
disvelata al mondo e prestata al mio cuore
per una notte
grazie per l' emozione e per questo nodo in gola
che questa notte non mi farà dormire
grazie dal tuo amico.

Nell'ambito di questo concerto, Antonello Venditti ha eseguito le sue canzoni più note, ha duettato con Lucio Dalla in "Ma come fanno i marinai" e con Chico Buarque de Hollanda in "Anima e core"(un brano in napoletano).
Chico Buarque ha poi eseguito la sua famosa "Oh che sarà".


PER NON DIMENTICARE...

FABRIZIO DE ANDRE' - LUCIO BATTISTI :
Inviata da Manuela-Mangu di Roma

DE ANDRE':VENDITTI,'DOPO BATTISTI UNA BRUTTA FINE MILLENNIO'(ANSA)
ROMA, 11 GEN 1999

''Dopo Lucio Battisti se ne va Fabrizio De Andre': questa fine millennio procura brutte notizie e pessime sensazioni''. Antonello Venditti affida a questa considerazione l'amarezza ''per la morte di un amico caro, una persona eccezionale''.
''Troppo colpito'' per poter parlare della ''immensa statura artistica di Fabrizio'', Venditti si sofferma brevemente sul ricordo di un ''amico, che lascia dietro di se' tanto dolore''.
''Con Fabrizio - ha detto il cantautore romano - il legame non si e' mai allentato. Ho seguito la sua malattia, e ho sperato con lui. Ci siamo sentiti anche pochissimo tempo fa. Avevamo un rapporto profondissimo, sono veramente senza parole. Ha concluso Venditti - a che servono le parole? Cio' che ha fatto Fabrizio De Andre' in trent'anni, e cio' che ha rappresentato per la nostra musica sono fatti che parlano da soli''. (ANSA).

Venditti: Ho incontrato Battisti una sola volta, doveva essere il 1973, non ricordo esattamente la data, ma siamo andati a pranzo sulla via Nomentana, in uno dei ristoranti che frequentavamo quando lavoravamo tutti alla Rca. Ed eravamo in quattro, io, Francesco De Gregori, Lucio Battisti e Lucio Dalla". Un pranzo al quale in molti, ancora oggi, avrebbero voluto assistere, senza dubbio, "ma anche per me era una grande emozione, perché anche all'epoca Battisti lo si vedeva poco e per me parlarci, toccarlo, era veramente incredibile. Io e Francesco eravamo suoi ammiratori, perché Battisti rappresentava un ' mare' di musica, anche se non avremmo mai suonato canzoni come le sue.

(VENDITTI: ' DUE PESCI COME ME MA SONO COMPLEANNI DIVERSI' - LA REPUBBLICA, 4 MARZO 1993 - DI ERNESTO ASSANTE)


GIORGIO LO CASCIO

Morto il cantautore Lo Cascio
Il cantautore fu con Antonello Venditti, Francesco De Gregori ed Ernesto Bassignano il promotore della cosiddetta "scuola romana".

ROMA – La musica d' autore perde un protagonista. E' morto a Roma Giorgio Lo Cascio, il cantautore che con Antonello Venditti, Francesco De Gregori ed Ernesto Bassignano fu il promotore della cosiddetta scuola romana, che si riconosceva nel Folk studio di Trastevere. Aveva 48 anni, lascia la moglie e due figli. Amico fraterno di De Gregori, Lo Cascio iniziò con lui l'avventura musicale nei primi anni '70, pubblicando molti album. Si deve proprio a Lo Cascio la scoperta di De Gregori da lui avviato alla casa discografica It. I fuenrali di Giorgio Lo Cascio si svolgeranno lunedì a Roma alle 15.30 nella chiesa di San Pietro in Montorio al Gianicolo.  (25 FEBBRAIO 2001, ORE 19:00)

RICORDO DI RINO GAETANO 1981-2001
di Piero Montanari

Tratto da http://www.farm.it/rubriche/dietrolequinte/gaetano.htm

Il 2 giugno  di vent'anni fa moriva, per un assurdo incidente d'auto, uno straordinario cantautore d.o.c., Rino Gaetano, mentre, nelle prime ore del mattino, tornava nella sua casa di Montesacro, un quartiere alla periferia nord di Roma. La strada la conosceva molto bene e la notte pure, ma non fu sufficente per salvargli la vita, che si arrestò contro l'unico veicolo che transitava in quel momento, un camion. Una morte surreale, come surreali erano lui e le sue canzoni.

Rino viveva di notte ed odiava la luce del sole. È uno dei ricordi che mi lega a lui quando, due anni prima, nel 1979, affrontammo insieme la sua tournée estiva in giro per l'Italia. Di giorno, noi del gruppo non lo vedevamo mai; rimaneva rintanato nella sua stanza d'albergo per tutto il tempo, per poi affacciarsi alla vita come il sole scendeva all'orizzonte, con la sua faccia pallida e sorridente, resa ancor più simpatica dai suoi dentini sovrapposti. Era per queste ragioni che gli avevo subito appioppato l'appellativo, ovvio per altro, di "Dracula il vampiro".

Ho molti altri ricordi di Rino-Dracula, ma uno in particolare mi è più caro fra tanti, e lo voglio raccontare.
Agli inizi degli anni '70, un gruppo di giovani musicisti e cantautori si affacciava alla ribalta romana, e molti di loro (e di noi) facevano capo all'etichetta discografica di Vincenzo Micocci (It dischi italia, distribuita dalla RCA) e a quella attigua di Edoardo Vianello (Apollo records-RCA), con annesso "Studio 38", una sala di registrazione decentrata, rispetto a quelle più importanti della "grande mamma" RCA di Via Tiburtina Km. 13.5.

Fu proprio in quella piccola sala a 8 piste, il massimo della tecnologia per l'epoca, che videro la luce i primi dischi di Francesco De Gregori ("Alice"), di Amedeo Minghi, di Antonello Venditti ("L'Orso Bruno"), di Renato Zero ("No mamma, no"), ai quali ho avuto la fortuna di partecipare. Lo studio 38 rappresentò, per quel periodo e per quel gruppo di musicisti, un'importante officina dove sperimentare la nostra musica.

Un giorno arrivò da me Venditti con un ragazzo piuttosto giovane, dall'aria stralunata e dalla faccia pallida. Mi disse che era un bravo autore, che scriveva strane e bellissime canzoni senza capo né coda, e mi coinvolse ad entrare in produzione, con l'intento di realizzare per lui il suo primo disco. Nell'"affare" coinvolgemmo anche il fonico dello studio, che si chiamava Aurelio Rossitto.
Dopo qualche giorno vide la luce il lavoro, prodotto da Rossitto, Venditti e Montanari (con l'acronimo RosVeMon, mai più insieme nel futuro), che si avvalse anche della collaborazione straordinaria di uno zampognaro vero, frequentatore della vineria sotto casa di Antonello.
Non mi scorderò mai delle sedici ore passate in sala di registrazione, per cercare di far emettere una nota intonata (si fa per dire…) allo zampognaro. Ma per la sperimentazione si faceva questo ed altro!

Il disco si chiamava "I love you, Maryanna" ed era un piccolo inno demenziale alla marijuana, a cui il titolo, con un giochino di parole, faceva esplicito riferimento. L'artista, che era poi Rino Gaetano, volle farsi chiamare "Kammammuri's", con una tigre che troneggiava sulla copertina del disco.

Mi fa piacere che, a distanza di vent'anni dalla sua morte, Rino, un caposcuola, non sia stato dimenticato. E mi associo a ciò che Gino Castaldo scrive su Repubblica dell'autore di "Gianna" e "Il cielo è sempre più blu": "Rino Gaetano era un'anomalia, un grillo dispettoso e surreale che diceva sempre la verità. Mentre trionfavano impegno politico e poesie cantate, inventò uno stile corrosivo e divertente: canzoni come vignette satiriche". Ciao Rino.

NICCOLO' FABI: "MONOLOGHI PARALLELI", 1998/ "GIULIA"(Antonello Venditti)

E' stato scritto in un libro dedicato a Fabi, che una parte della canzone "Monologhi paralleli", contenuta nell'album del 1998 di Niccolò Fabi , abbia punti di contatto con l'inizio pianistico di "Giulia" (Sotto il segno dei pesci, 1978).

ELISA e  "Qui" di Antonello Venditti

Antonello Venditti ha proposto ad Elisa di interpretare una sua canzone, "Qui", del 1984.
La cantante però non trovando particolari emozioni nel brano ha rifiutato la collaborazione. (Commento di "Solegemello": "peccato, il brano è bellissimo!!").


Le canzoni comico-critiche su Antonello Venditti:

RINO GAETANO: "STANDARD"
FRANCESCO BACCINI: "ANTONELLO VENDITTI"
CORRADO GUZZANTI: "TUTTA ROMA"(GRANDE RACCORDO ANULARE)

In un suo divertente pezzo Rino Gaetano prende in giro alcuni personaggi dell'epoca, politici, uomini di spettacolo e così via...nella lista sono compresi alcuni famosi cantautori...

Guccinì Vecchionì
Guccinì Vecchionì Vendittì Dallà
Juan Lèon
July Andreottén
Hald Moore
Emyle Coulombe
Maryanne Roumorh
Donatcattèn
Fanfonfanfan
Papammontin
(Standard) "L'ultima alienazione di una storia vissuta"
(Standard) "Può offrire interessanti prospettive e portare ad equilibrate e non traumatiche decisioni"
(Standard) "Nondimeno fece l'antico porporato in groppa alla giraffa volante in un amore perduto durante uno Changez les dames"
(Standard) (4 vv.)



Nell'ambito della fortunata trasmissione "L'ottavo nano" dei fratelli Guzzanti e Serena Dandini, Corrado Guzzanti inventa un'irresistibile caricatura di Antonello Venditti a cui fa cantare una canzone...eccone il testo:

RACCORDO ANULARE (C. Guzzanti)

Na Na Na Na Na eh eh eeeehhh
Vieni con me amore, sul Grande Raccordo Anulare
che circonda la capitale, e nelle soste faremo l'amore
E se nasce una bambina poi la chiameremo Roma
All'uscita 25 c'e'... 'a Laurentina...
Bruno l'infame ha cambiato gestione, ma il prociutto e' piu' bono da Sergio
dietro la piazza...ma nun te fa lo scontrino...
All'uscita dell'Aurelia c'e'... Casalotti Boccea...
fai la conversione e c'e'  er tabacchi notturno, se e' chiuso giu' al controviale
c'e il distributore...che te frega i resto..il distributore....ma te frega il resto...
E allora vieni con me amore sul Grande Raccordo Anulare
che circonda la capitale, e nelle soste faremo l'amore
E se nasce una bambina poi la chiameremo Roma
Dal Verano c'e' la rampa de ...'a tangenziale...
Devi sta' attento de buttate in tempo a destra, te poi ritrova' su la Roma-L'Aquila,
occhio ar cartello...
All'uscita 29 c'e'...Acilia Casalpalocco...
Dietro er bar de Enzo, c' e' un centro commerciale dice Tiziana che nun ce sta.....a' mucca pazza, ce sta 'r cartello,  vatt'a fida'.... so' boni tutti...
a mettece na scritta...so' boni tutti...so bono pure io a mette 'na scritta sur cartello
Amore amore, hai svoltato a quella prima
e sei stata risucchiata dalla Cassia...
chissà adesso co' chi stai, chissà se sei arrivata mai...
Adesso c'è Sabrina, che lavora all'autogrill
dove faccio er pieno de benzina, pe' fa un metro sulla Tiburtina...
e se nasce una bambina poi la chiameremo RRRoma...
All'uscita dar Flaminio c'e'... a Cassia Bissseeee
per via due ponti c'è un pezzetto contromano,
meglio la multa dell'ingorgo a Tomba di Nerone
ce poi mori' de vecchiaia.... me raccomando...

OPPURE:

(All'uscita 24 c'è  'a cecchignola
do' m' hanno riformato pe' i piedi piatti
Daniele invece ha fatto la scena der matto janno menato
e poi nei granatieri ma janno menato
e poi nei granatieri
allora vieni con me amore sul grande raccordo anulare
che circonda la capitale e nelle soste faremo l'amore
e se nasce una bambina poi la chiameremo RRRoma
e er fratello lo chiamiamo cuppoloneeeeeeee)

OPPURE

(Me volevate chiude fori ma tanto su riuscito a entrare
per cantare il raccordo anulare
e se nasce una bambina poi la chiameremo RRRoma
dall'uscita 23 poi annà pe' Capannelle
c'è un ex fantino che mo fa il porchettaro
quando magni sputi pezzi de' briglia
non è cavallo, giura lui
forse è 'n somaro
All'uscita 27 c'è Castel Fusano
se ce rientri dar bretellone
quello che non hanno ancora asfaltato
cor brecciolino non sai che sarti che fai
col motorino cor brecciolino
dalla prima uscita poi arriva ar vaticano
cè 'n giapponese che s'è perso er torpedone
se je chiedi s'ha bisogno d'aiuto
te fa 'na foto
te serve aiuto? a giapponè
te fa 'na foto
pure 'a polizia je sta a parlà
te serve aiuto?
je fa la foto
pure alla polizia je fa la foto
dalla 7 poi andà dritto pe' grotta ferata
c'è 'n inglese che viene contro mano
dice "c'avete voluto in Europa e noi c'entramo"
guidamo tutti così
non sono io che sono strano
pure 'a regina guida così contromano
e che je fai 'a multa a 'a regina contro mano
Prima della 19 c'è Torpignattaraaaa
ce sta 'na buca come 'sta stanza
se ce caschi poi ce pensano loro
a chiamà casa
e pure l'ambulanza aoh
a chiamà casa
L'amore finisce, sul Grande Raccordo Anulare
La storia finisce sul Grande Raccordo Anulare
Il mondo finisce sul Grande Raccordo Anulare...


La canzone scritta da F. Baccini : "Antonello Venditti"
Nel 1992 Baccini esce con un disco dal titolo esplicito, "Nomi e cognomi", dove prende di mira personaggi della prima Repubblica o uomini di spettacolo; ecco il ritratto che fa di Antonello Venditti, è questa l'epoca in cui il cantautore romano sceglie definitivamente lo stile "pop".


A
NTONELLO VENDITTI

(tratto da "Nomi  e cognomi", 1992)-clicca per saperne di più-

Uno, due, tre e quattro
Quanti bei giovanotti in giro per le strade,
Quante belle madonne si mettono a cantare,
Non capisco e non mi adeguo
Forse sbaglio
Sto invecchiando, certo è vero
Ma son sveglio.
Quanti bei giovanotti che ridono per niente,
Quante belle madonne fanno le riverenze,
Questa noia generale mi distrugge
Quando tu mi vieni a dire
"Sai che è Antonello Venditti"
L'unico onesto in mezzo a 'sti farabutti,
Ma perché Antonello Venditti
A nascondino lui fa liberi tutti.
Quanti bei giovanotti in giro sulle moto,
Quante belle madonne han rinunciato al voto,
Miss Italia, Miss Tahiti, mi sta stretta
Questa notte così lunga ma così corretta
E se quei giovanotti andassero a zappare
E se quelle madonne imparassero a stirare
Sai a me andrebbe bene, anzi meglio
E non mi verresti a dire
"Sai chi è Antonello Venditti"
L'unico onesto in mezzo a 'sti farabutti,
Ma perché Antonello Venditti
A nascondino lui fa liberi tutti,
Ma dov'è Antonello Venditti
Che non m'ha restituito i fumetti,
Ma chi è 'sto Antonello Venditti
Quello che a scuola era compagno di tutti.
Buona domenica
In questo mondo di eroi.
Lillillillillillilli li non c'è
Qui qui qui qui qui qui qui qui non c'è
...Ma forse è sotto il segno dei pesci.


 

"MARIANNA AL BIVIO" , "PIANOBAR", "VECCHI AMICI" (F. DE GREGORI)
"VIA PAOLO FABBRI 43" (F.GUCCINI)" - di Stefano "Solegemello"

Dal libro di Giorgio Lo Cascio "De Gregori", ed Muzzio, si legge che in "Marianna al bivio"(Alice non lo sa, 1973) Antonello Venditti verrebbe citato nel verso "Ho dormito troppo a lungo, la montagna era stregata da un poeta che suonava il pianoforte", ovviamente si tratta solo di un'ipotesi !
In "Pianobar" (Rimmel, 1975) ("solo un pianista di pianobar, che suonerà finchè lo vuoi sentire non ti deluderà...") , e in "Vecchi amici" ("Canzoni d'amore, 1992),  ("dimmi come si sta, come ti senti se c'è qualcosa di cui ti penti o se va bene tutto così com'è...), secondo alcuni, ci sarebbe un ritratto di Antonello Venditti, secondo altri il bersaglio sarebbe da ricercare altrove..

Franceso Guccini nella sua "Paolo Fabbri 43" racchiude in poche righe tutto "il cantautorato italico", ecco i versi :

"La piccola infelice si è incontrata con Alice ad un “summit” per il canto popolare
Marinella non c’era, fa la vita in balera, ed ha altro per la testa a cui pensare.
Ma i miei ubriachi non cambiano, soltanto ora bevon di più, e "il frate"
non certo la smette per fare lo speaker in TV."

INTERPRETAZIONE :

La piccola infelice ("Lilly", Venditti) si è incontrata con Alice(De Gregori)
ad un summit per il canto popolare.Marinella non c'era, fa la vita in balera, ed ha altro per la testa a cui pensare. (De André che all'epoca aveva cambiato stile, elettrificandosi e facendo un tour con la PFM - Premiata Forneria Marconi: gruppo storico del pop italiano)
Ma i miei ubriachi non cambiano, soltanto ora bevon di più, e "il frate" non certo la smette per fare lo speaker in TV (Il frate potrebbe essere un riferimento a "Il frate", uomo di Pàvana al quale Guccini ha dedicato un'intera canzone nell'album "L'isola non trovata". :-)
(secondo altra versione, si parla di Lucio Dalla, che presentava un programma di cartoni alla TV (frate, forse per la tonsura?)

 

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