SPECIALE CAMPUS LIVE 2004-2005
parte seconda
la tournée cominciò da Torino...
torna al sito...

Sette dicembre duemilaquattro. Insieme ad alcuni amici storici del sito "Solegemello-sezione Venditti" ci rechiamo a Torino per la prima tappa del nuovo tour di Antonello. Campus live. Fuori i pianoforti e dentro le chitarre! In questa pagina pubblico i vari resoconti dei concerti partendo proprio da quella primissima data, che come dice la canzone non poteva che essere Torino! Ringrazio quanti hanno scritto le cronache e spedito le foto. In ordine sparso: Marta di Verona, Paola di Torino, Alfredo "Alfietto", Enrico di Livorno, Lorenzo che ha inviato le immagini più belle e quanti involontariamente dimentico...
Tutte le foto e tutti gli scritti sono originali. Per informazioni e per riprodurre i materiali scrivere a Stefano:sfn12@inwind.it

Buona lettura e buona visione! Stefano "Solegemello" CLICCA QUI PER VEDERE LE FOTO DI "CAMPUS"(CINECITTA')
CLICCA QUI PER SCARICARE LA RASSEGNA STAMPA SU ANTONELLO 2004-2005, altri concerti(Bologna, Padova, Firenze, ecc)

clicca qui per la pagina dedicata ai musicisti di Campus Live

12-3-2005 PALALOTTOMATICA ROMA
di Stefano "Solegemello"

Roma. Da qualche giorno il freddo intenso ha lasciato spazio al vento e ad una temperatura leggermente più mite.
Non aspettiamo Natale, come dice la canzone, ma una primavera di buone notizie, di pace, di ostaggi liberati e di verità.
E' passato Sanremo, con le sue canzoni, i suoi pugili da copertina, le sue vedette nazionali e internazionali. E' tornata Giuliana. Nicola è tornato in una cassa di legno, e adesso lo chiamano eroe. E tutto questo stride con quella vita che nonostante tutto, qualcuno chiama fantastica.
Il nostro "eroe" senza pianoforte da un pò di tempo fa storcere la bocca e poi sorridere di nuovo, come quando, per caso, play, e ti partono quelle stelle immense di Eleonora, che vorresti acchiapartele tutte e appiccicartele sul soffitto della camera e volare via, andare via anche tu....incurante di dare un senso alle tue giornate...andare via andare via...
Ecco, Antonello t'ha fregato ancora una volta, in quel punto di non ritorno della tua storia d'amore con le sue canzoni...Play. Si, sei di nuovo innamorato. Grazie Eleonora e grazie Antonello.

Si avvicina il 12 Marzo, il concerto è all'Eur, a quel Palazzo dello Sport che il restauro ha battezzato "Palalottomatica", reso peraltro evidente dai numeri "al neon"(con annessa "smorfia" )che "abbelliscono" la superficie dell'intero impianto.
Per me è la seconda volta in questo tour, dopo Torino. Ci vado con un pò di febbre, non particolarmente carico, convinto che sia il "solito" concerto.
E invece l'aria di Roma, si , proprio quella che te fa "sentì importante anche se non conti niente", quella "che te fa re", beh, rende questo concerto ancora una volta speciale.
Si sta a Roma e si sente. Il palazzetto è pieno di gente eterogenea, tutte le età e tutte le sensibilità, almeno così mi pare da uno sguardo rapido.
Rispetto a Torino, in più canta "Sara" e non canta "Stella", per il resto regala una potente e bellissima "Buona Domenica" con un arrangiamento e assoli assai convincenti (Rinalduzzi , Di Caprio e Amedeo Bianchi si avvicinano e si sfidano a colpi di chitarra e di sax, con Antonello che zompetta contento)
I brani sono quelli del cd Campus con i nuovi arrangiamenti che la gente non conosce...ed infatti canta le vecchie versioni in uno strano effetto di futuro-presente-passato che disorienta e stordisce.
In questo non si può crocifiggere Antonello...dopo 30 anni è pure lecito smontare e rimontare le canzoni.
Canta le classiche "...Cristina", "21..." Giulio Cesare", le nuove "Ruba" e "Lacrime...", "Che fanta...", e poi si concede due pezzi di piano "Ricordati di me" e "Peppino" con Centofanti che fa il suo bel lavoro all'organo. E poi "Notte prima..." delicata e splendida anche senza pianoforte, "Roma Capoccia" , ormai una vera e propria canzone popolare, patrimonio di questa città e di questo paese.
E poi le più rivoluzionate in chiave rock "Sotto il segno dei pesci" e "Ci vorrebbe un amico", e il palco sprizza energia da tutti gli amplificatori...
Non manca la bella, sensuale e calda come Roma d'estate, "Qui", che ci parla di Architettura, di amore, di seta indiana, di albe cinesi, di una stagione e poi, che bello riabbracciare i cari Piero e Cinzia!
In questo tour, ha ripreso in mano alcuni brani messi da parte da una quindicina d'anni e questo è senz'altro positivo; andrebbe praticato di più, di tappa in tappa di concerto in concerto...
E poi ancora canzoni. Un concerto asciutto , pochi discorsi e molta sostanza. Giusto il tempo per ricordare gli amici, i compagni, i cantautori che non ci sono più: Mimì Bertè, Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano.
Qualche ingarbugliamento di troppo in certe esecuzioni da parte di Antonello (ma rispetto a Torino sono quisquiglie), come su "Dimmelo tu cos'è", salvata dal calore e dall'affetto con cui il pubblico la ricorda e la canta.
Antonello è comunque vitale, corre come un ragazzino di 56 anni, ha una felpa&cappuccio con un drago "tatuato" sopra e si gode la sua "superband" da leader.
E poi il finale, "Lontano Lontano" di Luigi Tenco, presentata al "Premio" quest'anno e portata in giro in tour: una voce calda e un arrangiamento delicato ed efficace (Rinalduzzi alla chitarra acustica) per un bell'omaggio a uno dei capostipite della canzone d'autore.
Chiude con la nuova "addio mia bella addio", una canzone antica e moderna sospesa tra vari mondi e vari culture. Non la canta, ma la recita mentre la base va...strana scelta.
E' bello, quando , dopo un effetto-neve, tutto il gruppo torna sul palco senza strumenti e saluta, un pò stile teatro. Bel finale: luci accese e applausi.
Il cantautore-senza-Kappa, grande voce e grande voglia, ha portato in scena tutto sè stesso, nel bene e nel male.
E' così che ce lo aspettiamo per tanti e tanti anni ancora...magari "senza respiro"..."ma pieno di speranze" come dice un brano del 2003 che vorremmo sentire anche dal vivo.

Chiude dicendo "non voglio dirvi Addio" come recita la canzone che conclude il concerto.
Certo che no, ti aspettiamo presto! "qui" è casa tua!

Grazie Roma, e grazie a te, ancora una volta, Antonello.



Concerto di Lanciano 14/3/2005
"Abbandonati sui nostri ricordi dentro le mani..."
di Sante

Il padiglione più grande dell'area fiera di Lanciano,visto da fuori,sembra quello di una piccola fabbrica di provincia.Difficile credere che al suo interno,per una notte sola,si sia consumata una storia fantastica popolata da amori e notti prima degli esami,da facce di amici che non ci sono più e ricordi nitidi di gioventu',affastellati e regalati uno dopo l'altro con una generosità di voce e di lacrime che nessun'altro.Antonello Venditti ha portato a Lanciano la sua carovana di musica e parole,riempiendo questo luogo surreale di tremila persone e di altrettante storie scivolate nell'aria umida e fumosa,sotto un soffitto troppo basso che però non ha fermato il volo delle note verso il cielo e oltre.E' bella l'introduzione di "Che fantastica storia è la vita",dà l'idea di qualcosa che sta per arrivare,come l'attesa di un miracolo che sta per compiersi,e lui si materializza sul palco all'attacco della batteria di Derek.Felpa scura,jeans,questo ragazzo di 56 anni appena compiuti ci prende per mano con entusiasmo e passione e ci porta nella sua soffitta a ritrovare vecchie cose mai dimenticate.Ecco allora la splendida "Qui",è bello toccarla di nuovo,sentirla come una carezza sul viso,come sigaretta tra le dita, e siamo davvero qui,abbandonati sui nostri ricordi,dentro le mani.Antonello canta come Dio comanda e la superband suona senza sosta con energia e talento.Marco Rinalduzzi e la sua chitarra vengono al proscenio,e sono assoli memorabili e anche questo è un ritrovare,un ritrovarsi.I nuovi arrangiamenti sono in gran parte merito suo,e alcune canzoni vestite di nuovo sono più belle,l'occhio cerca il pianoforte che non c'è e non ci sarà,anche lì,sì,proprio lì,al cominciare di "Notte primadegli esami" adesso ci sono tre splendide chitarre sedute sulle sedie e poche luci.E' un'emozione intensa che scuote le tremila facce in penombra,la voce di Antonello vibra e poi si accendono le luci sul palco,e quanti amici intorno,che veramente viene voglia di cantare,come fosse un rito collettivo di purificazione,di gioia. E adesso non è più solamente un concerto,è una festa,è un gioco,èuna cosa maledettamente seria,è una cosa vera.Dalla soffitta esce fuori addirittura una "Buona domenica" lunghissima,infinita,tirata al massimo,e adesso il padiglione della fiera è una piazza dove si canta e si balla,è una festa di paese.Ma Antonello vuole anche ricordare Luigi Tenco,e lo fa adesso,dopo la festa, a spezzare l'atmosfera,volutamente."Lontano lontano" cantata così non l'avevamo mai sentita,adesso sono veramente lacrime di pioggia,di Antonello,di tutti.Poi c'è il buio,il sole e poi ancora la neve che cade,ma per davvero."Addio mia bella addio",la carovana riparte e saluta abbracciata al proscenio:Derek,Sandro,Marco,Giovanni,Fabio,Maurizio,Amedeo e Antonello fanno ciao.Sui loro volti e sui nostri le stesse pieghe che fanno le emozioni,che fanno le canzoni.Belle.(Sante)



LIVORNO, 15/04/2005
di Enrico "Kiko"

Il PalaMacchia è un catino stipato all’inverosimile, insufficiente a contenere l’entusiasmo e la passione labronica da sempre viva per il cantautore. La «standing ovation» finale è il giusto e meritato tributo per l’occhialuto signore capace di legare in un solo canto i cuori, le voci e le emozioni di tre generazioni. Due ore di concerto intense, di altissimo spessore, non più parlate ma cariche di note e testi inconfondibili. I cancelli aprono alle ore 19,25. Quaranta minuti dopo, la curva nord del vecchio impianto di Via Allende è già stracolma. Le prime impressioni riguardano il palco, semplice ed essenziale, la quiete del vulcano prima dell’eruzione. Tre anni dopo «One man band…or not», il «maestro» cambia vesti, rinuncia al pianoforte, ma la musica che sta per zampillare dal «mostro» silenzioso è poesia colorata di un’energia conosciuta. Ore 21,30, tutti in posizione: lo spettacolo può affrancarsi dai rigidi vincoli dell’attesa e gli occhi trepidanti trovare sollievo nei proiettori accesi sul «Campus Live Tour 2005». Entrano per primi i compagni di viaggio, la «Super Band», vecchi amici e volti nuovi. È qui che nasce il suono potente e suggestivo di «Che fantastica storia è la vita»; è qui che - camicia bianca e giacca grigio scuro - entra in scena Venditti; ed è qui che il pubblico accoglie in un caldo abbraccio il proprio beniamino. «Mi chiamo Antonio e faccio il cantautore…» recita Antonello. La «title track» dell’ultimo album di inediti è evidentemente diventata un classico della sua discografia se è vero che la gente ne intona motivo e parole a squarciagola. Terminato il primo pezzo, presenta uno ad uno i musicisti che lo accompagnano: Derek Wilson alla batteria; Fabio Pignatelli al basso; Sandro Centofanti all’organo; poi Marco Rinalduzzi ed il neo papà Maurizio Perfetto alle chitarre con Giovanni Di Caprio; da ultimo - ma solo in ordine di presentazione e nel giorno del suo compleanno - Amedeo Bianchi al sax. In un’acustica mai ottimale, prende definitivamente avvio la festa e l’instancabile partecipazione delle quasi 4000 anime in delirio. È in splendida forma Venditti, lo si vede subito. Col trasporto e l’energia d’un ventenne, snocciola a ripetizione i memorabili successi di una carriera oramai ultratrentennale: «Qui, «Il compleanno di Cristina», «21 modi per dirti ti amo», l’intramontabile «Giulio Cesare»; ed ancora «Piero e Cinzia», splendidamente riarrangiata con echeggianti ritmi giamaicani, nonchè le immancabili «Roma capoccia» e «Sara». Prodigio della canzone, le differenze di età magicamente si annullano: chi non lo è più, torna ragazzo con la voglia matta di un tuffo nel passato, mentre i più giovani, sedotti dal fiume in piena di un rock inaspettato, liberano in volo tutta la loro voglia di cantare. Dopo «Sotto il segno dei pesci», è la volta di «Dimmelo tu cos’è», affascinante «ballad» del 1982, rispolverata da un lungo silenzio e perfettamente adattata al suono delle chitarre. Come detto, manca il pianoforte, strumento per eccellenza del cantautore romano. Lui ne mette immediatamente al corrente la folla, quasi a dire di non aspettarsi il «classico» Venditti intimista. In realtà mente, ma solo un pochino, perché - soprattutto col magistrale apporto di Rinalduzzi, Centofanti ed Amedeo Bianchi - «Notte prima degli esami», «Peppino» ed «Amici mai» mantengono l’antico fascino. Dopo «Ruba», preziosa canzone pacifista composta nei primi anni ’70 ed a suo tempo già interpretata da Mia Martini, è «Lacrime di pioggia» a portare per mano le dediche di rito in uno dei momenti più significativi dell’intera serata. Venditti ricorda personaggi del passato, cantautori amici (Ivan Graziani, De Andrè, Battisti, Rino Gaetano), figli della storia, di cui immensa è la nostalgia. L’epilogo si avvicina, ma prima non si può non dar spazio all’«Alta marea», ad una nuova versione di «Ci vorrebbe un amico», alla mitica «Buona domenica» ed allo sfogo collettivo di «In questo mondo di ladri». Dopo «Ricordati di me», Venditti prova a fare anche il cantante, lui che «cantante» non ama definirsi: infatti, intonando un pezzo al di fuori del proprio repertorio, ripercorre a modo suo il motivo di una famosa canzone di Luigi Tenco, «Lontano, lontano», omaggio al grande cantautore genovese, senza il cui genio - parole di Antonello - «io ed altri miei colleghi non saremmo esistiti come artisti». Invece, Antonello c’è e si sente: la voce non è più quella di vent’anni fa, ma sa ancora lasciare il segno, così unica e così profonda. Chiude con «Addio mia bella addio», recitata sotto la neve, nel chiaroscuro della scena, ma per Livorno è solo un arrivederci…ai prossimi album, alle prossime canzoni, alle prossime emozioni.
(Enrico KIKO livorno)



Il pubblico del Canpus live - concerto di Acireale - foto di Giuseppe Franco


25-4-2005 Concerto Mestre
di Marta 79 (Verona)


Tutto e' iniziato quando ho letto la notizia data da Sante...:il 25 aprile concerto gratuito di Venditti a Mestre, ore 17.30. Incredibile! fantastico! Mestre non è distante da Verona:decido all’istante.Penso “wow..tra tre giorni lo vedo in concerto!”
Arriva il 25 aprile e parto alla volta di Mestre.Assieme a me un compagno di viaggio di quei giorni. Si aggrega anche mia sorella...La mattina e' piena di incertezza: al nord diluvia un po' dappertutto e le previsioni metereologiche non promettono bene...parlano di miglioramenti nella notte...ma il concerto e' presto…alle 17.30! Sarà annullato???
Telefoniamo ai vigili di Mestre, all'azienda di promozione turistica...ad altri numeri...per avere informazioni sul concerto. Ma non risponde nessuno! Titubanti ma non rassegnati saliamo sul treno per Mestre. Man mano che ci avviciniamo vediamo un cielo migliore:non piove più...e incomincia a comparire il sole. Col cuore speranzoso osserviamo dal finestrino le nuvole in direzione nord-est...pare stiano scappando via. Arriviamo in orario in stazione e ci accoglie una pronta e efficientissima organizzazione di bus navetta gratuiti. Un plauso a chi ha curato il servizio!!! In pochi minuti di bus arriviamo a parco S. Giuliano, il luogo dove si terra' il concerto...Un'area verde molto vasta a ridosso della laguna di Venezia. Le piogge insistenti degli ultimi giorni hanno ridotto questo prato infinito ad una risaia! Ma noi, incuranti del fango e dell'acqua, ci addentriamo nell'acquitrinio. Il concerto tarda ad iniziare ed il pubblico brontola e chiama Antonello. Dopo mezz'ora il nostro appare sul palco accolto dalle urla e dagli applausi del pubblico (le persone stimate circa 15mila ). Che fantastica storia e' la vita inizia la lunga sequela di canzoni. Venditti sembra in ottima forma, il pubblico apprezza, applaude. Anche la band e' carica e al completo.Ogni componente viene presentato…secondo la classica modalità già raccontata in altre cronache. La scaletta è la solita: la seconda canzone è Qui.Come critici severissimi prestiamo attenzione ai passaggi più difficili per la voce di Antonello. Esecuzione perfetta,partono altri applausi! Noi siamo a pochi metri dal palco e osserviamo un Venditti carico, contento…lo vediamo nel suo habitat naturale..cioè su un palco con un microfono davanti e gente con la quale comunicare. A vedere quel benessere stampato sul viso penso che mi piacerebbe provare quello che prova lui quando canta. Poi mi dico che io lo provo sentendolo, e forse anche a lui piacerebbe essere per una volta nel pubblico.
Arrivano canzoni più cariche come Ci vorrebbe un amico. La gente del pubblico comincia a dondolarsi al ritmo.Ma su quel prato sembra di sprofondare nelle sabbie mobili…E’ caduta così tanta pioggia che l’acqua non è stata assorbita del tutto dal terreno. Ma che importa sporcarsi scarpe e pantaloni quando puoi sentire uno spettacolo del genere?
Venditti, quando introduce Lacrime di pioggia, parla dei grandi personaggi che non ci sono più… e questa volta cita anche Papa Giovanni Paolo II. Poi,come è nel suo stile di sdrammatizzare discorsi troppo seri,dice che anche lui non si sente tanto bene. Perché sono sempre i migliori che se ne vanno,no?
Prima di Alta marea deve fumarsi una sigaretta. Il fumo è la sua droga confessa. E dice che sarebbe pure disposto ad andare a farsi disintossicare. Arrabbiato per la limitazione della sua libertà (libertà di poter fumare e farsi del male) dice che finalmente d’estate i fumatori potranno mettersi a mangiare nei ristoranti con la sigaretta in mano, stando al chiuso. Mentre i non fumatori per evitare il fumo dovranno starsene all’aperto. Poi parla di Berlusconi...di Storace…governo di “trombati” afferma. Non partono molti applausi, ma quello non è un luogo politicamente consono a discorsi di sinistra! E forse un concerto non è consono a discorsi politici, o si?
Scelta azzeccata l’esecuzione successiva di buona domenica e in questo mondo di ladri che caricano il pubblico. In particolare la prima si rivela molto conosciuta e amat. Il concerto si avvia alla conclusione….alle spalle di Venditti un cielo grandioso di nuvole rosate si specchia nella laguna, la pioggia della mattina è solo un ricordo. Il paesaggio dolce e avvolgente è la giusta cornice per Lontano lontano…cantata in modo tenero e struggente al tempo stesso.
Come ultima canzone Addio mia bella addio…che viene solo recitata. Siamo distanti da Venditti pochi metri e in questo concerto riusciamo finalmente ad apprezzare questa esibizione particolare…nella quale Venditti mette tutto il suo cuore. Finita la canzone tutta la band ritorna sul palco…si tengono per mano rivolgono un inchino al pubblico che ricambia con un lungo applauso. Venditti e superband salutano il pubblico agitando le mani e abbandonano il palco. La gente comincia a defluire sulle note di Che fantastica storia è la vita e noi ci portiamo a casa il ricordo di un concerto bellissimo.

    






Buona lettura e buona visione! Stefano "Solegemello" CLICCA QUI PER VEDERE LE FOTO DI "CAMPUS"(CINECITTA')

CLICCA QUI PER SCARICARE LA RASSEGNA STAMPA SU ANTONELLO 2004-2005, altri concerti(Bologna, Padova, Firenze, ecc)


clicca qui per la pagina dedicata ai musicisti di Campus Live